Martire Giovanni il Soldato, con scene della vita. San Giovanni Guerriero/ episodi della sei vita di San Giovanni Guerriero
icona,
post 1725 - ante 1749
Tavola intera, senza incavo, con due listelli inseriti nei due margini superiore e inferiore. Non si osserva presenza di tela. Levkas
- OGGETTO icona
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MISURE
Altezza: 35.4 cm
Larghezza: 29.8 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Moscovita
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo delle Icone Russe
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
- INDIRIZZO Piazza de' Pitti 1, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il martire Giovanni il Soldato, visse nel IV secolo e subì il martirio sotto Giuliano l'Apostata. Era stato inviato in provincia a perseguitare i cristiani, e invece si adoperò per avvisarli del pericolo e nasconderli; recandosi inoltre a far loro visita in prigione, finché venne rinchiuso in carcere. Dopo la morte di Giuliano, Giovanni fu rimesso in libertà e si dedicò al prossimo, visitando e confortando malati e poveri. Antiche raffigurazioni di Giovanni e soprattutto chiese a lui dedicate si incontrano raramente. Perfino nei libri liturgici russi, stampati verso la metà del XVII secolo e destinati a un largo uso, Giovanni figura solo come santo di second'ordine. E' alla fine del XVII secolo che il culto di Giovanni il Soldato in Russia si intensifica sensibilmente, si diffondono ampiamente icone e cappelle a lui dedicate, in chiese sia urbane che rurali. A differenza degli altri guerrieri martiri, i cui nomi venivano accompagnati da tradizionali epiteti 'guerreschi' di origine greca, Giovanni manteneva la variante slava del termine "soldato", che poteva contribuire a una maggior devozione del santo negli ambienti militari. Alla diffusione del culto del santo contribuirono le lunghe guerre intraprese dalla Russia tra la seconda metà del XVII e il primo quarto del XVIII secolo. Altri aspetti del culto del santo sono spiegabili con elementi della sua biografia. I fedeli erano attratti dalle opere di misericordia da lui compiute, e per questo lo invocavano come intercessore e patrono dei sofferenti. Infine, in seguito al miracolo che indusse alcuni ladri a restituire i beni rubati a un dignitario, si cominciò a invocarlo perché aiutasse a smascherare i ladri e a recuperare oggetti rubati o smarriti, o addirittura i "servi della gleba" fuggitivi. La fede nel soccorso del santo in situazioni di questo genere era dominante e contribuiva alla diffusione di sue piccole immagini destinate alla preghiera domestica. La raffigurazione di Giovanni il Soldato nell'icona in esame, compresi la tipologia del suo volto e i suoi attributi, ha un carattere tradizionale e si rifà alle opere dipinte tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo, dimostrando una somiglianza anche con le raffigurazioni coeve di altri santi guerrieri. Rispetto a queste ultime, l'icona in esame si distingue per un certo disinteresse per la consueta descrizione delle armi. L'icona appartiene al gruppo di icone agiografiche del santo diffusesi tra il XVII e il XVIII secolo, in seguito all'incrementarsi del suo culto e forse in relazione alla pubblicazione nel 1695 della sua vita. Queste opere si suddividono in due gruppi fondamentali. Il primo è costituito dalle icone tradizionali con scene di vita intorno al pannello centrale. Il secondo gruppo è composto da icone con scene agiografiche inserite all'interno della composizione centrale e collocate nel medesimo spazio della figura del santo (tipologia di icona agiografica nata nell'ultimo terzo del XVII secolo). Quest'icona appartiene a un raro tipo intermedio: sei scene agiografiche si inseriscono nello spazio del pannello centrale, ma al tempo stesso sono delimitate dai contorni di medaglioni uniformi, che compongono una cornice ben leggibile intorno alla figura del santo. Il breve ciclo agiografico di quest'icona rispecchia i tratti salienti del culto di Giovanni il Soldato. L'icona è attribuita da Bettini alla scuola degli Stroganov; Marcucci la collegava a una bottega 'popolare' del XVII secolo. L'opera possiede i tratti caratteristici dell'iconografia provinciale della prima metà del XVIII secolo, che si rifà alla pittura degli artisti del Palazzo dell'Armeria ed è arricchita da elementi desunti dall'arte barocca. L'icona appartiene al gruppo principale della collezione fiorentina, costituitosi intorno al 1730-1740. Probabilmente, l'icona di Giovanni il Soldato fu dipinta da uno degli artisti che aveva eseguito le opere di questo gruppo. L'ipotesi di Marcucci, che attribuiva l'icona all'autore della tavola Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti', non sembra sufficientemente fondata per le diversità stilistiche evidenziabili nelle due opere. Le peculiarità iconografiche dell'icona testimoniano indirettamente un suo legame con la cultura artistica di Jaroslavl'
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900742649
- NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 9358
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
- ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
- DATA DI COMPILAZIONE 2006
- ISCRIZIONI sul Mandylion - IC XC (MONOGRAMMA CRISTOLOGICO) - caratteri cirillici - a pennello - russo
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0