Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti'. Madonna con Bambino in trono e opere di misericordia

icona, post 1700 - ante 1749

Tavola intera, con due listelli a incastro inseriti alle due estremità. Senza incavo, non si osserva presenza di tela preparatoria. Levkas

  • OGGETTO icona
  • MISURE Altezza: 30.9 cm
    Larghezza: 26.1 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Moscovita
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo delle Icone Russe
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
  • INDIRIZZO Piazza de' Pitti 1, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le icone della Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti' sono note nell'arte russa dall'ultimo decennio del XVII secolo in diverse varianti. Tratto comune è la raffigurazione dei bisognosi suddivisi in alcuni gruppi. I bisognosi rivolgono la loro invocazione alla Madre di Dio che interviene come loro avvocata e protettrice. La rappresentazione dei bisognosi è accompagnata di solito da figure di angeli che distribuiscono benefici a nome della Madre di Dio, e anche da iscrizioni abbastanza estese, nelle quali si ricordano le sventure e l'aiuto portato dalla Madre. Queste composizioni si basavano, evidentemente, sui testi di alcune preghiere mariane, e sulla formazione di questa tipologia iconografica esercitarono un notevole influsso le raffigurazioni della Vergine venerate nell'Occidente cattolico. Le raffigurazioni della Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti' si diffusero soprattutto in seguito all'istituzione del culto dell'icona custodita nella chiesa della Trasfigurazione in via Ordynka a Mosca, attraverso cui la sorella del patriarca Ioakim, Evfimija Petrova Papina, aveva ottenuto la guarigione nel 1688. L'icona qui descritta si riferisce a una variante iconografica piuttosto rara, che si differenzia sostanzialmente dall'immagine miracolosa di Mosca e dalle sue repliche. La sua particolarità principale è costituita dal fatto che la Madre di Dio è raffigurata non in piedi, ma seduta sul trono. Verosimilmente la comparsa di tale variante si spiega con il desiderio di unire un soggetto nuovo con raffigurazioni della Madre di Dio in trono, tradizionali per la pittura di icone russa, che ebbero una diffusione piuttosto larga proprio nel XVII secolo. E' probabile che l'iconografia ripeta un modello, a noi sconosciuto, che a sua volta sia il risultato di una libera combinazione di vari motivi iconografici. Marcucci nella sua pubblicazione ha datato l'icona al XVII secolo e l'ha attribuita alla scuola Stroganov, segnalando che l'autore "imita" i procedimenti della pittura di icone moscovita. Quest'ultima indicazione sembra attendibile, in quanto, nonostante la notevole somiglianza con altre opere della stessa bottega, nella quale è stato eseguito il maggior numero di icone della collezione dell'Accademia fiorentina, qui sono espresse in maniera più precisa caratteristiche della cosiddetta scuola del Palazzo dell'Armeria fra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo. Questo legame si esprime principalmente nella composizione complessa, costruita in maniera relativamente libera, e nei piani nettamente scanditi, dove il trono monumentale della Madre di Dio è compositivamente distinto, dando una sensazione supplementare di profondità spaziale. Anche le posizioni complesse e gli scorci nei quali sono rappresentati alcuni personaggi (soprattutto nella parte bassa dell'icona) contribuiscono a dare il senso di libertà e vivacità, come anche il minuzioso e ricco disegno dei drappeggi (particolarmente caratteristico in questo senso sono i lembi delle vesti degli angeli). Alla tradizione della pittura moscovita della fine del XVII-inizio XVIII secolo sono collegati anche il complesso ornamento vegetale del trono, eseguito con un disegno nero sulla base dorata, e le proporzioni di alcune figure, dalle spalle larghe con il torso che si allarga verso il basso. Un'analisi dell'esecuzione dei volti è resa difficoltosa dallo stato di conservazione della pittura, benché si noti che in complesso è stata eseguita allo stesso modo del gruppo principale di icone della collezione dell'Accademia. Non si può escludere che questa icona, proveniente dalla stessa bottega della maggior parte delle opere della raccolta dell'Accademia, sia stata dipinta un po' prima delle altre, comunque entro la prima metà del XVIII secolo. D'altro canto le sue caratteristiche potrebbero essere state dettate dalle condizioni della commissione che presupponeva una copia esatta di un modello più antico
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900742644
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 9367
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2006
  • ISCRIZIONI sul bordo dell'icona, davanti al gruppo degli afflitti - NELLE PENE SOCCORRICI O SOVRANA - caratteri cirillici - a pennello - russo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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