decapitazione di San Giovanni Battista

icona, post 1590 - ante 1610

Tavola intera con due listelli trasversali a incastro; tergo coperto da tela di colore azzurro. Doppio incavo, sguscio a spigolo profondo, non si osserva presenza di tela preparatoria

  • OGGETTO icona
  • MATERIA E TECNICA ARGENTO
  • AMBITO CULTURALE Ambito Moscovita
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Ambito Di Stroganov
    Ambito Di Novgorod
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo delle Icone Russe
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
  • INDIRIZZO Piazza de' Pitti 1, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’icona raffigura gli episodi conclusivi della narrazione evangelica dedicata alla vita del Precursore, messo a morte per ordine del re Erode. La parte principale della raffigurazione è la scena della decollazione del Precursore, risultato di un prolungato sviluppo di questa iconografia nell’arte bizantina e anticorussa. Questo soggetto, incluso nei cicli narrativi della Vita di Giovanni, ha avuto una particolare diffusione a partire dal IX secolo, quando la testa di san Giovanni venne traslata solennemente a Costantinopoli dopo la sua terza ’invenzione’. Nell’ antica Rus’ , come a Bisanzio, il culto della decollazione del Battista ebbe grande importanza, tanto che già nel XII secolo, a Novgorod, a questa reliquia vennero dedicati alcuni altari nelle chiese. Anche come immagine indipendente, come in questa icona, questo soggetto ha cominciato a circolare più tardi, a partire dal XVI secolo. Questo si spiega con la grande diffusione nella Rus’ di icone e chiese dedicate alla festa della Decollazione di Giovanni Battista (il 29 agosto), che ha avuto una particolare venerazione all’epoca di Ivan il Terribile (1529-1584), poiché il giorno della festa coincideva con l’onomastico dello zar e il profeta era il suo protettore. Questa raffigurazione risale a una delle varianti più antiche e diffuse di tale iconografia: il giustiziere in abiti militari leva la spada su Giovanni Battista chinato e con le mani legate. Questo schema, noto dai manoscritti dei XI-XII secoli, esisteva parallelamente a un altro, precedente e più naturalistico, nel quale la condanna veniva rappresentata già eseguita, e Giovanni decapitato e inondato di sangue. Sebbene la narrazione evangelica attesti che l’esecuzione del santo era stata compiuta nella prigione dov’era stato rinchiuso per ordine di Erode, nell’icona la scena della Decollazione è rappresentata fuori città. Inoltre, l’insolita posa del Precursore, girata dalla parte opposta del giustiziere, verosimilmente sta a sottolineare il motivo dell’anteriorità del santo rispetto a Cristo. Il capo mozzato di Giovanni è raffigurato dentro la caverna in un bacile d’oro, che ricorda il calice del sacrificio. Altro dettaglio simbolico di questa icona è la raffigurazione, in basso a sinistra, dell’alberello con la scure posata sulle sue radici. Come regola, questo dettaglio era parte di un altro soggetto, la preghiera di Giovanni nel deserto. Veniva rappresentato a figura intera con il rotolo svolto nella mano sinistra, mentre ai suoi piedi veniva raffigurato un albero con la scure.4 Nelle iscrizioni sul rotolo di Giovanni era citato il testo evangelico (Matteo 3: 2, 10): «fate penitenza perché il regno dei cieli è vicino. Infatti la scure è già posta alla radice dell’ albero» Queste parole del Precursore che predicevano il Battesimo di Cristo e l’inizio della sua predicazione, si riferivano come predizione al Secondo Avvento e al Giudizio Universale. Secondo Bettini, questa icona è riferibile alla maniera della scuola Stroganov. Secondo Marcucci, appartiene alla scuola di Novgorod e si data al XVII secolo. Le caratteristiche stilistiche consentono di annoverare l'icona tra le opere più tradizionali della Scuola di Mosca nel periodo tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo. Lo testimoniano l’equilibrio secondo cui è costruita la composizione, le linee fluide e sicure che tracciano le sagome delle figure, i panneggi, le cime delle montagne e l’architettura, oltre all’impiego di tecniche pittoriche caratteristiche dell’arte della seconda metà del XVI secolo. Nella costruzione dei volumi il contorno ha un ruolo equivalente alle macchie coloristiche. La gamma cromatica è tipica delle opere della scuola moscovita di questo periodo, caratterizzata da accordi di varie sfumature di ocra, cinabro, verde erba e marrone. I volti con i tratti morbidi e minuti sono eseguiti sull’incarnato olivastro eseguito con successive schiariture di ocra, con tocchi di biacca e lumeggiature, nei punti più in evidenza. Grazie a questa tecnica pittorica e all’abile assist d’oro sui numerosi dettagli, la superficie dell’icona acquisisce una somiglianza con smalti preziosi, caratteristica anche questa della pittura di icone moscovita di quel periodo. Il rivestimento (oklad) in argento dell’icona e le corone con smalti policromi applicate ai nimbi, eseguite tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, confermano la datazione della pittura
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900742634
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 9355
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2006
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2009
  • ISCRIZIONI sopra la testa decapitata - GIOVANNI - a pennello - russo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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