Madonna con Bambino tra Santa Cecilia e San Pancrazio, angeli e cherubini

dipinto, 1563 - 1563

La Madonna al centro, vestita con tunica rossa e manto azzurro, è seduta e sorregge il Bambino. Alla sua destra la figura inginocchiata di santa Cecilia vestita con abito rosso e manto arancio mentre sorregge un ramo di rose, accanto alle ginocchia si intravede uno dei tre attribuiti, l'organo portativo e più in basso il liuto. A sinistra, sempre inginocchiato e con le mani in preghiera, san Pancrazio con la veste da guerriero e manto arancio, in basso il suo attributo la spada e la palma del martirio. Ai piedi delle tre figure due angioletti seduti su una gradinata, quello di sinistra sorregge gli altri attributi di santa Cecilia, la palma del martirio e lo spartito. Negli angoli superiori, sotto un tendaggio drappeggiato con nappe, due teste di cherubini su fondo nebuloso. Prima del restauro la tavola era incorniciata da un semplice listello dorato

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Fiorentino
  • ATTRIBUZIONI Tosini Michele Di Ridolfo Del Ghirlandaio (maniera)
    Del Brina Francesco (maniera)
  • LOCALIZZAZIONE San Casciano in Val di Pesa (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Per analizzare questo dipinto, fatto fare dal camarlengo della compagnia Savestro Nicci nel 1653 come si vede dalla scritta sul retro, con aggiunte della fine del XVIII secolo, è importante citare la tesi di laurea di Alessandra Ramat del 1981. La studiosa ha principalmente analizzato l'opera da un punto di vista del restauro, senza però tralasciare anche la ricostruzione stilistica; avvicinando tale dipinto ad un pittore di ambito fiorentino tardo-manierista che si ispira o si orienta alla maniera del Vasari mostrando anche evidenti spunti sarteschi, ipotizzando il nome di Francesco del Brina, per la presenza delle figure dall'aspetto fragile e dalla grazia malinconica. E' bene ricordare che questo pittore è stato uno dei collaboratori più produttivi della bottega di Michele Tosini, detto Michele di Ridolfo del Ghirlandaio, tanto che le loro opere spesso si confondono. Inoltre è bene ricordare che il Tosini in questi anni ha lasciato alcuni dipinti in San Casciano Val di Pesa, come la tavola della pieve di S. Cecilia a Decimo e nel suo territorio, gli affreschi raffiguranti le 'Nozze di Cana' e una tavola con la 'Deposizione' (1540) nella cappella privata della villa strozziana di Caserotta. La tavola come la vediamo oggi, anticamente posta all'altare maggiore (in loco fino al 1831 poi relegata in sagrestia), è il frutto di aggiunte settecentesche, un'annotazione nel 'libro di ricordi' all'anno 1793 cita: "... per il Quadro dell'Altar Maggiore riattato nell'anno scorso 1792 f. 24...". Ad una lettura specifica da parte della studiosa è emerso che la parte centrale del dipinto, comprendente le tre figure, nonostante il restauro si intavedono ancora le congiunzione delle assi, è quella cinquecentesca, ma utilizzando un supporto ligneo della metà del XV secolo. Infatti durante i saggi di pulitura eseguiti sulle teste dei personaggi sono emerse le aureole dorate e bulinate tipiche dell'epoca. La seconda manomissione come è stato già scritto risale alla fine del Settecento e consiste nell'ingrandimento della tavola con l'aggiunta di un'asse su ogni lato. Per quanto riguarda l'aggiunte pittoriche, che hanno cambiato sostanzialmente la realtà dell'opera, si riscontrano tutte lungo il perimetro del dipinto: in alto il tendaggio che scende poi lungo le figure dei santi, le teste dei cherubini, il ramo di rose di santa Cecilia e alcuni ritocchi sulla faccia e tutta la parte inferiore con l'aggiunta degli angeli e di ciò che li circonda, infatti le teste di essi hanno coperto le inscrizioni esplicative precedenti, 'S.Cecilia' - 'Ave Maria Gratia Plena Dom' - 'S. Pancrazio'
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900696745
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 2000
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2017
  • ISCRIZIONI sul retro al centro - SAVESTRO DI MATTEO NICCI CHAMAR(LENGO) DELLA/ CONPAGNIA/ 1563 - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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