vestizione di Santa Bona
dipinto,
post 1788/04/08 - ca 1792
Cavallucci Antonio (1752/ 1795)
1752/ 1795
Personaggi: S. Bona. Figure: angeli; uomini; donne. Ecclesiastici: clerici. Oggetti: corona di fiori; ampollina; navicella (angeli). Architetture: interno di chiesa
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Cavallucci Antonio (1752/ 1795)
- LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La scena rappresenta il momento in cui la Santa fu accolta, benché giovanissima, nella Congregazione delle "Suore dei Canonici Regolari"; poiché, "a cagione della sua povertà essa non avea modo di farsi il mantello proprio dell'Istituto", un religioso "le diede la sua cappa, affinché se lo formasse" (secondo SAINATI 1884, p. 134). L'8 aprile 1788 la marchesa Ricciarda Catanti Tanucci, in una lettera indirizzata ai Soprintendenti del Negozio, esprimeva la volontà di fare eseguire a sue spese uno dei "quattro Gran Quadri" ancora mancanti per completare la decorazione delle pareti del Duomo, lasciando libera la scelta del pittore cui affidare l'incarico (secondo i documenti pubblicati da SICCA 1990, pp. 273, 282, nota 113). Se ne ignora la data precisa di esecuzione, a meno che non risulti confermata la notizia offerta dal Grassi (1836-1838, II, p. 49), che ne fa risalire il compimento al 1792. La qualità accentuatamente profana della rappresentazione, ottenuta "introducendo in quella funzione un accompagnamento di nobili donne e di uomini, che secondo l'uso vi assistono in gala" (LANZI [1809] 1968-1974, I, p. 421), si inserisce entro una linea del gusto che stabilisce la verosimiglianza dell'episodio nella definizione, accurata in senso persino storicizzante, degli elementi dell'inscenatura, costumi e sfondi. Se ne trova l'origine in quelle parti della pittura seicentesca che tendevano a trasporre il fasto barocco nelle forme di un illusionismo opulento, abilissimo nella resa delle qualità proprie alle superfici, incarnati o stoffe: a Firenze, i seguaci del Cigoli, in Olanda esemplari, poniamo, di Caesar van Everdingen. Una simile opzione del gusto appare costantemente rappresentata, seppure "a latere" e quasi in sordina rispetto alle tendenze dominanti, nella pittura romana del Settecento; è evidente, cioè, la continuità che lega non solo il dipinto del Cavallucci alla "Vestizione di S. Ranieri" (967) eseguita dal Luti per il Duomo pisano, ma, rispetto ai due estremi cronologici così determinati, "L'estasi di S. Caterina de' Ricci" (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica) di Agostino Masucci, al "Clemente XIII approva il decreto di beatificazione di Gregorio Barbarigo" (Roma, San Marco) del Corvi, alla "Storia di Gualtieri d'Anversa" del Cades (Roma, Casino di Villa Borghese). Coerentemente rispetto a simili orientamenti, nel dipinto del Cavallucci risulta accentuata l'individualità somatica dei volti, in modi che si approssimano alla ritrattistica tardosettecentesca, alla Kauffmann in primo luogo, facili a confrontarsi, d'altro canto, con esemplari a mezzo tra pittura di storia e cronaca di un avvenimento, com'è nel caso della "Visita ai Musei Vaticani di Pio VI e Gustavo III di Svezia, fissata su tela da Bènigne Gagneraux. Una simile accentuazione dell'identità innanzitutto fisica dei personaggi risponde "al limitato repertorio fisionomico di cui disponeva" il pittore e alla "incapacità quasi totale di cogliere in un viso il caratteristico" (ROTTGEN 1976, p. 197). Il processo, escludendo la possibilità di una più precisa definizione dell'individualità psicologica delle figure, potenzia la qualità di resa in superficie, brillante e un po' esteriore della scena: la crescente laicizzazione cui è sottoposta la trattazione del tema sacro risulta così bilanciata dal significato che assume l'immagine come descrizione di un costume, della competenza sociale degli atti. Il modello del dipinto è conservato a Pisa, Museo Nazionale di S. Matteo; un bozzetto si trova a Baltimora, Walters Art Gallery, un disegno dell'intera composizione a "matita lumeggiata con biacca su carta acquarellata seppia [...] (9909. S.)" è a Firenze, Uffizi; infine un foglio "raffigurante studi per la testa dell'uomo in ginocchio in primo piano e del giovane diacono al centro" fa parte della raccolta della National Gallery di Edimburgo (cfr. SICCA 1990, pp. 273. 282, nota 114, e GARMS 1984, p. 436)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665628
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- ENTE SCHEDATORE Opera Primaziale Pisana
- DATA DI COMPILAZIONE 1995
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0