capitello a gruccia, 1133 - 1166

Il capitello è a stampella e di piccole dimensioni, e, in origine, doveva stare presso qualche polifora, in una facciata, o, se proveniva dalla cattedrale, nei matronei o nelle bifore sopra le colonne della navata centrale. Le due foglie che si aprono simmetriche e curve ai lati delle facce sono di acanto; condotte con grande regolarità, presentano un'apertura a raggiera, con una simmetrica frastagliatura in cinque parti, con i lobi lanceolati dal profilo convesso. Al centro delle due facce, un mascherone, dal quale spuntano due racemi simmetrici, dapprima semplici steli che disegnano una curva sotto gli zigomi, quindi si arricchiscono di foglie e rosette allungandosi fino agli spigoli del fusto, sotto l'abaco, formando un fondo fiorito a rosette, poco rilevate, secondo una tipologia tipica della produzione pisano-pistoiese del terzo quarto del XII secolo. La parte più caratteristica dell'opera sono proprio i due mascheroni, dal profilo piatto e dal volto senza contorni che si perde nel fondo (più che di un green-man si tratta di una testa capitello), con gli elementi ottenuti quasi a negativo o con piccole prominenze; la volontà di spersonalizzazione della figura, che affiora o si perde nel fondo identificandosi con esso, è evidente negli occhi solo scontornati. Ben in mostra sono gli elementi che li fanno riconoscere come personaggi diabolici: una figura (cfr. n. 40001878) presenta enormi orecchie e l'altra (cfr. n. 40001877) ha la barba appuntita, con le ciocche ondulate e compatte quasi fossero lingue di fuoco, la lingua tirata fuori e, soprattutto le due corna che, spuntando dalla fronte, si curvano all'ingiù toccando gli zigomi e confondendosi con il racemo che fuoriesce dalle narici (un personaggio cornuto tra racemi compare all'estremità sinistra della cornice marcapiano del timpano in facciata)

  • OGGETTO capitello a gruccia
  • AMBITO CULTURALE Bottega Toscana
  • LOCALIZZAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
  • INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il capitello, per la sua forma, doveva essere destinato a qualche polifora, secondo una modalità diffusa nella Toscana occidentale. L'idea di rappresentare una testa invinghiata con elementi vegetali è comune e presente anche in Toscana occidentale (ricordo un esempio molto vicino al nostro in uno dei capitelli di controfacciata del Duomo -cfr. n. 40001685, 40001688); tuttavia meno comune è la raffigurazione di queste teste evanescenti e piatte che si integrano, quasi si mimetizzano, con la flora che li circonda. Dall'analisi stilistico-tipologica si comprende che il capitello fu eseguito da un artefice, dal nutrito bagaglio tecnico, molto attento alla cura dei particolari, che conosce bene i modelli che va a eseguire, come rivela la conduzione delle due grandi foglie d'acanto e dei mascheroni, non scevri da un certo virtuosismo nel gioco dei piani della rappresentazione. Nell'opera si nota, infine, l'assenza completa dell'uso del trapano (non usato nemmeno per le rosette, molto probabilmente). Il capitello e il suo esecutore si possono collocare, per le soluzioni tipologiche (si pensi al fondo di rosette) e iconografiche (il mascherone con racemi) adottate, nell'ambito delle maestranze operose, nel secondo terzo del XII secolo, al completamento della facciata e della zona dell'ampliamento della cattedrale pisana, per la quale, con molta probabilità, fu eseguita l'opera in esame
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665599
  • NUMERO D'INVENTARIO 2014OPAOA00665599
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2014
    2007
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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