coperta di libro liturgico, 1886 - 1887

Il recto della coperta è profilato da una cornice a traforo fissata su un fondo di velluto rosso e recante agli angoli quattro cartelle. Le due inferiori, circolari, sovrastanti una testa di cherubino alato e aureolato, sono definite in alto da una coppia di doppie volute includenti una minuscola conchiglia, racchiudono al centro placchette a smalto con l'angelo, simbolo di S. Matteo e il leone, simbolo di S. Marco, con cartiglio e sono racchiuse da una coppia di doppie volute, dalle quali ne spunta un'altra a foglia d'acanto dalla punta arricciata che s'intreccia con un esile tralcio, per poi dividersi in una coppia di volute a cespo di foglie d'acanto, l'una più breve, l'altra più lunga, che si dispiegano sui due lati e si oppongono speculari sul lato minore. Le due cartelle superiori, dal profilo mistilineo definito in basso da una coppia di piccole volute affrontate includenti una coppia di volute contrapposte da cui pende una minuscola conchiglia, racchiudono placchette (vedi OSS)

  • OGGETTO coperta di libro liturgico
  • MATERIA E TECNICA argento/ sbalzo/ cesellatura/ bulinatura/ traforo
    cotone/ velluto
  • ATTRIBUZIONI Tanfani Raffaele Angelo (bottega)
  • LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Stando all'iscrizione apposta sul verso della coperta, la legatura di messale è stata commissionata dalla Confraternita del Gonfalone, la cui insegna spicca sul recto, e donata al papa Leone XIII (1810-1903) in occasione del cinquantesimo anniversario della sua consacrazione sacerdotale: questa, avvenuta il 31 dicembre 1837, ci porta a fissare il terminus ante quem per la datazione dell'oggetto al 1887. Della legatura non abbiamo alcuna notizia documentata. Tuttavia, anche la sua assenza dagli inventari, pur impedendoci di ricostruirne esattamente la storia, può dimostrarsi significativa. Infatti, induce a ritenere che si tratti di un dono forse dello stesso Leone XIII, giunto ad accrescere il patrimonio di suppellettili della Cattedrale dopo il 1895, data dell'ultimo inventario ottocentesco dell'Opera, ma entro il 1903, l'anno della morte del Pontefice. Nonostante l'assenza di punzoni, è possibile datare con sufficiente precisione il nostro oggetto grazie alla data 1886 che compare sul frontespizio del messale: con ogni probabilità libro e legatura sono stati eseguiti tra il 1886 e il 1887, l'anno in cui la Confraternita li ha offerti in dono al Papa. La presenza sul verso del recto della coperta della scritta con caratteri in oro A. TANFANI / GIOIELLIERE ED OREFICE DI SS. PP. AA. (Sacri Palazzi Apostolici) ROMA ci consente di individuare l'autore della legatura in Angelo Tanfani, celebre argentiere romano discendente da un'antica famiglia di orafi, nato nel 1813 e divenuto maestro nel 1846. La sua ditta, tra le più celebri ed apprezzate a Roma nella produzione di oreficerie ad uso sacro, partecipa con uno splendido calice neo-settecentesco in oro massiccio, commissionato da mons. Giovanni Battista Casali Del Drago, all'Esposizione Vaticana del 1888, che, allestita in occasione del giubileo di Leone XIII, raccoglie i doni offerti al Pontefice per tale anniversario; il Tanfani esegue anche calici, ostensori e candelieri per l'Esposizione Generale Italiana allestita a Torino nel 1898. La nostra legatura, il cui alto livello qualitativo emerge nella cura con cui sono resi i dettagli anche più minuti della decorazione, si presenta come un tipico prodotto del gusto ottocentesco dei revivals improntato al connubio degli stili storici più disparati e a queste date ampiamente diffuso. Evidenti risultano gli echi della cultura artistica cinquecentesca. Il gusto rinascimentale rivive nei cespi d'acanto, nella testa leonina che impreziosisce la cartella sul verso, nelle teste di cherubini alati dalle gote paffute, nelle cartelle mistilinee, nei festoni di fiori e frutta, in quei tralci verticali che, quasi un'eco lontana delle candelabre, collegano sui lati maggiori le cartelle angolari, come pure nelle placchette a smalto dipinto, tecnica diffusasi dalla metà del XV secolo a imitazione della pittura. In particolare, sul recto al centro della coperta l'ampia placchetta con la raffigurazione della Madonna della Misericordia, vero e proprio fulcro attorno al quale è costruita l'intera struttura decorativa, più che lo smalto di una legatura sembra una pala d'altare dipinta. Non mancano, poi, suggestioni manieriste: i mascheroni dalla bocca spalancata, che sul recto della coperta ornano le volute su cui poggiano le mensole poste a sostegno dei Santi Pietro e Paolo, rievocano quel gusto per le figure ibride e le creature mostruose che nutre di sé la cultura artistica del tardo Cinquecento. D'altra parte, rimandano al gusto rocaille il naturalismo di certi dettagli, come i rametti di foglie che includono la cartella con lo stemma di Leone XIII, e quel carattere lezioso ed aggraziato, sottolineato dagli esili tralci a voluta, dalle sottili volute a foglia d'acanto dalla punta arricciata, dalle minuscole conchiglie, dai nastri pendenti talora annodati in fiocchi, che forniscono una nota di leggerezza all'insieme, che l'uso del traforo non fa che accentuare
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900662211
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Opera Primaziale Pisana
  • DATA DI COMPILAZIONE 2005
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • ISCRIZIONI Recto della coperta - MATER OMNIUM - a caratteri applicati - latino
  • STEMMI Placchetta sul recto della coperta - religioso - Stemma - Leone XIII - Entro uno scudo sagomato, sormontato dalla tiara con le chiavi dalle quali pendono le estremità di un cordone con nappe, sono raffigurati una fascia che si sovrappone ad un cipresso, al centro, con ai lati due gigli, e in alto a sinistra una stella
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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