Dio Padre benedicente David
Iniziale fogliata grande con figure e caudata B(eatus vir), rubr. Dominica prima post trinitate et in sequetibus usquam ad adventum. Antiphona. Corpo della lettera di colore lilla ornato da anellini azzurri, verdi, rosa, arancioni; dalle due estremità dell'asta della lettera fuoriescono fregi fogliacei che si estendono per tutta l'altezza del margine interno e nel margine inferiore. Il fondo della lettera è di un blu uniforme ed è diviso in due occhielli: in quello superiore è la figura a mezzobusto di Dio Padre benedicente rappresentato come Cristo. Egli indossa una veste rosa con bordure dorate e il mantello azzurro, con la mano sinistra sorregge il libro aperto con l'Alfa e l'Omega; ha lunghi capelli castani e la barba divisa in due ciocche. Nell'occhiello inferiore è la figura a mezzobusto di David ma questa è stata abrasa per cancellarne il volto e il busto, tanto da rimanere quasi illeggibile. Sono, comunque, leggibili la veste azzurra e il mantello verde, del salterio che è intento a suonare rimane il disegno, così come delle mani di David. Probabilmente è stato passato anche un pennello bagnato sulla figura poiché i diversi colori a tempera, diluendosi, si sono mischiati e sono risultati di un unico colore marrone
- OGGETTO miniatura
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MISURE
Altezza: 120 mm
Larghezza: 100 mm
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ATTRIBUZIONI
Giovanni Da Fiesole Detto Beato Angelico (1395-1400/ 1455)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di S. Marco
- LOCALIZZAZIONE Convento di S. Marco
- INDIRIZZO P.zza S. Marco 3, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE I due Salteri 530 e 531, realizzati per il Convento di San Marco probabilmente intorno agli anni cinquanta del XV secolo, si possono considerare 'gemelli' poiché contengono le stesse miniature. Sebbene la maggior parte degli studi ad essi riferibili sia piuttosto recente (Bellosi 1990, pp. 98-101; Boskovits 1995, pp. 33-68; Scudieri 2003, p. 166; boskovits 2008, pp. 109-110), erano già noti alla critica ottocentesca che vi ha fin da subito riconosciuto la mano dell'Angelico. Una loro prima attribuzione si deve a Vincenzo Marchese che li riteneva opere di Fra Benedetto dal Mugello ma il primo a ricondurli alla mano di un giovane Angelico fu Max Wingenroth (Beiträge zur Angelico-Forschung, in 'Repertorium für Kunstwissenschaft', 21, 5, 1898, pp. 335-345, 427-438). Trovarono poi il loro pieno riconoscimento in tempi recenti in occasione della mostra 'Pittura di luce. Giovanni di Francesco e l'arte fiorentina di metà Quattrocento', quando sono stati ricondotti da Luciano Bellosi (1990) alla mano di un Angelico ormai alle ultime fasi del suo operato. I due Salteri sono infatti confrontabili con l'Armadio degli Argenti, dove numerose figure di santi sono dipinte con la stessa delicatezza delle carni e dei panneggi del David orante a c. 70v o del David musicante a c. 135v. Nella realizzazione dei due codici, e in particolare del 530, sembra comunque intervenire anche un collaboratore, presenza supportata anche dal confronto con alcuni disegni conservati al Gabinetto di Disegni e Stampe degli Uffizi ritenuti opera di bottega, tra i quali è un San Giovanni evangelista (Inv. 98 E) le cui delicate fattezze e i morbidi panneggi delle vesti ricordano quelli del David musicante a c. 172v
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900646177-2.1
- NUMERO D'INVENTARIO S. Marco e Cenacoli 530
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo di San Marco - Firenze
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 2009
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0