miniatura, insieme di Simone Camaldolese (e aiuti) - bottega fiorentina (ultimo quarto sec. XIV, sec. XVII, sec. XVIII)
Il codice contiene le antifone della settima parte del tempo dal sabato anteriore alla prima domenica di Quaresima all'Ultima Cena esclusa. Cc. I (cart. sciolta) + 162 + I' (cart.); inchiostro (bruno, rosso, azzurro); colori a tempera, oro in foglia su bolo; penna e pennello. Rubriche in inchiostro rosso. Numerazione a penna e inchiostro nero in cifre arabe nell'angolo superiore del margine esterno, probabilmente successiva alla realizzazione del codice, cc. 161-162 numerazione a penna e inchiostro nero in cifre arabe nell'angolo superiore del margine esterno (datate 1714). 21 fascicoli, tutti quaterni regolari. Fori da compasso; richiami dei fascicoli al centro del margine inferiore. Scrittura Testualis eseguita da un'unica mano con inchiostro bruno e rosso fino a c. 160r; c. 160v: altra mano e datata 1661; cc. 161-162: altra mano e datata 1714. Legatura: piatti in legno parzialmente ricoperti di cuoio marrone con decorazioni ad impressione, due bindelle di restauro; sul piatto post. 2 chiodi per le bindelle e 4 borchie in ottone, 2 chiodi lungo il piatto ant. e 4 in quello post.Contiene: 2 iniziali rubricate, 333 iniziali filigranate piccole, 10 iniziali filigranate rifesse medie, 5 iniziali fogliate grandi caudate, 1 iniziale figurata grande caudata
- OGGETTO miniatura
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MISURE
Altezza: 700 mm
Larghezza: 470 mm
- AMBITO CULTURALE Bottega Fiorentina
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ATTRIBUZIONI
Simone Camaldolese (e Aiuti)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di S. Marco
- LOCALIZZAZIONE Convento di S. Marco
- INDIRIZZO P.zza S. Marco 3, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Purtroppo la miniatura dell'Antifonario R si presenta molto deteriorata, rendendone difficile una adeguata lettura stilistica Il codice fa parte del gruppo di corali provenienti dalla chiesa di Santa Maria del Carmine di Firenze che, nella seconda metà dell'Ottocento, in seguito alle soppressioni napoleoniche, entrarono a far parte della collezione del Museo di San Marco. L'attribuzione del Rondoni (1876, p. 78 n. 64) a un Ignoto miniatore del secolo XV fu ripresa anche dal D'Ancona (1914, V. II, I, p. 209 n. 248) il quale specificò che l'artista doveva far parte, molto probabilmente, di una equipe di miniatori che sembra essere al lavoro, nei primi decenni del secolo, in tutti i codici del Carmine. Egli, infatti, distingue più mani: una molto raffinata nei libri segnati T (571), Q (572), un'altra più incerta nei libri M (574), H (573), V (575), G (577), R (578), I (579), C (569) e una terza riconducibile a un discepolo di Lorenzo Monaco nel libro E (576). Fu il Salmi, per primo, ad attribuire l'intero gruppo a Don Simone camaldolese (1954, pp. 43-44), attribuzione confermata dalla Levi D'Ancona (1962, pp. 239-240, 422) che identificò parte dei codici provenienti dal Carmine (Invv. 571, 572, 575, 577, 578, 579) con i cinque in cui Don Simone Camaldolese eseguì 30 miniature fra il 23 febbraio del 1388 e l'aprile del 1389 e che furono rilegati da Frate Giovanni Andrea, secondo i documenti da lei pubblicati. La studiosa, inoltre, precisa che attualmente gli originari cinque volumi sono sei poiché quelli segnati 571 e 575 formavano un volume unico prima del 1473. Il miniatore camaldolese, che firma un codice proveniente dal convento di San Pancrazio nel 1381 (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Cor. Laur. 39) nel quale è scritto che "cum pennello miniavit eum dominus Simon de Senis monachus ordinis camaldulensis", fu, secondo il D'Ancona (1914, V. I, p. 15), "il primo divulgatore di quelle forme, un misto di senese e di fiorentino, alle quali Don Lorenzo Monaco doveva di lì a poco imprimere il suggello della sua alta personalità". Successivamente, Chiarelli (1968(1981), p. 66) attribuisce il gruppo ad un'equipe ruotante intorno a Don Simone e riferisce l'Antifonario R (578) ad un ignoto "miniatore della scuola degli Angeli prossimo a Don Simone camaldolese". Il riferimento del gruppo di codici ad una equipe di miniatori è confermato anche dalla Scudieri (La Miniatura, in La Chiesa e il Convento di San Marco a Firenze, Firenze 1990, V. II, p. 13). Anche Kanter (in Painting an Illumination 1994, p. 188) cita il gruppo di codici realizzati per il Carmine che rappresentano il momento più alto dello stile di Don Simone, caratterizzati da complesse composizioni, da una particolare capacità narrativa, da figure naturalistiche e dall'utilizzo di un'ampia gamma cromatica con forti influenze della scuola dell'Orcagna
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900645711-0
- NUMERO D'INVENTARIO S. Marco e Cenacoli 578
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo di San Marco - Firenze
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 2007
- ISCRIZIONI piatto posteriore, cartellino membranaceo - R/ Antiphonae de tempore a sabbato ante dominicam primam Quadragesimae usque ad Cena Domini exclusive - caratteri gotici - a impressione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0