ritratto della duchessa Livia Orsini
dipinto,
1550 - ca 1599
n.p
- OGGETTO dipinto
- AMBITO CULTURALE Ambito Fiorentino
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Palatina e Appartamenti Reali
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
- INDIRIZZO Piazza de' Pitti 1, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Anche se non pubblicato dalla Bertani Bigalli, il dipinto dovrebbe apparte nere alla serie delle "Bellezze di Artimino" (cfr. "Gli Uffizi...", ed.198 0, vol. II, pp. 710 e sg.; M.Chappel, 1988, pp. 56-64) ed è forse da ident ificare con uno dei ritratti di 'gentildonne Romane', come testimoniano la tipologia del ritratto, con la scritta in alto che identifica l'effigiata , e le misure. La serie è costituita da ritratti di gentildonne pervenuti in doppia versione, al 'petto' e al 'gomito' (una delle due versioni era p robabilmente destinata alle ritratte e alle loro famiglie), voluta forse d a Cristina di Lorena per ornare i saloni della Villa di Artimino, iniziata alla fine del secolo XVI e terminata entro il 1638. Il nucleo principale (quarantaquattro ritratti) è databile comunque entro il 1606. Dai document i pubblicati dal Chappel si ricava che una prima serie di ventitré ritratt i fu pagata nel 1601 e una seconda di ventuno tra il 1603 e il 1606. In al cuni pagamenti della seconda serie, certamente copia della prima, compare il nome di Achille di Baldassarri Granre, pittore della bottega di Jacopo Ligozzi, attivo come ritrattista per i Medici. Dai documenti si deduce che sono probabilmente suoi i ritratti di Settimia Magalotti, Maria Pucci, Lu dovica Antinori Falconetti, Maddalena Strozzi Bardi, Costanza di Lioni Ric ci, dei quali sono conservati solo gli ultimi due. Non potendo però stabil ire con certezza quale sia la serie originale e quale la copia (anche se è più probabile che la versione originale sia quella al gomito) non si può determinare quali ritratti abbia eseguito il Granre. Per quanto riguarda i dipinti documentati nel 1601, il Chappel fa il nome di Matteo Confortini, pittore noto per pagamenti di ritratti non meglio precisati, attivo negli anni fra il 1585 e il 1633. Ma in una lettera del 28 maggio 1600 al Grand uca Ferdinando I (ASF, Mediceo 5962, c. 523), Cristina di Lorena nomina co me artista scelto per l'esecuzione della serie un certo 'Zoppo pittore', c he potrebbe essere Francesco Mati, citato dal Gabburri proprio come 'Zoppo ' e che era allievo di Alessandro Allori. A parte l'identificazione dei no mi, nella serie sono individuabili, secondo la Meloni, due mani, una più a ntiquata e rigida nei ritratti delle dame col doppio collo di merletti, e una più moderna nei ritratti delle donne con il colletto più rigonfio e co n gli orecchini a grappolo d'uva. Nel 1676, trentasei tele sono registrate nell'Inventario generale della Guardaroba (ASF, Guardaroba 741) e poco do po trenta (le stesse?) entrarono in galleria (AGF, Giornaletto di Galleria , ms 62, c. 128,7, gennaio 1678). In data imprecisata i dipinti giunsero a l Poggio Imperiale, dove furono inventariati nel 1836. Alcuni ritratti, to rnati agli Uffizi, furono nuovamente rinventariati nel 1890. Altre tele ma ntengono invece soltanto il numero del Poggio Imperiale, dove ancora sono conservati dieci dipinti
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900641457
- NUMERO D'INVENTARIO Poggio Imperiale 733
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 2006
- ISCRIZIONI davanti, sulla tela - DUC.A LIVIA ORSINI CESARINA - antica - a pennello -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0