balaustrata - bottega fiorentina (prima metà sec. XVI)
balaustrata,
post 1500 - ante 1549
Balaustrata su mensole ed archetti polilobati, cornice, lesene, rosoni. Decorazioni: modanature, motivi geometrici e scudi araldici
- OGGETTO balaustrata
- AMBITO CULTURALE Bottega Fiorentina
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il paramento marmoreo esterno del Duomo si caratterizza a prima vista per la disorganicità delle partiture, evidente soprattutto nei due lati delle navate, sintomo di una travagliata vicenda esecutiva nel corso dei secoli. In particolare, in corrisopndenza delle due prime campate il fianco si struttura con una fitta partitura di sei settori divisi da pilastri e tre finestre, mentre le due campate verso l'abisde hanno un campo unico e una sola finestra. In base a questi dati gli studiosi hanno ipotizzato una successione di progetti diversi dalla fase arnolfiana sino all'esclusione del Talenti dalla direzione della fabbrica (dicembre 1364). Recentemente il Giorgi ha puntualizzato la questione che si può brevemente riassumere. E' impossibile stabilire a che punto fossero arrivati i lavori di incrostazione marmorea nella fase arnolfiana. L'ipotesi che le due prime campate, col partito più fitto, siano da datare a prima del 1357, quando secondo alcuni si sarebbe definito il modulo di 34 braccia per le campate interne, contrasta col fatto che in realtà a questo modulo ci si atteneva già da prima del 1355 e che al di sopra delle volte laterali, costruite dal 1359, la muratura prosegue con lesene che continuano i pilastri esterni. Ciò segnala una mancanza di preoccupazione da parte degli Operai di S. Maria del Fiore per una esatta corrispondenza tra spazio interno e partitura esterna. Tra il 1355 e il 1357 certamente si lavora alle pareti esterne sotto la direzione di Francesco Talenti, anche in vista della prossima demolizione dell'antica S. Reparata e di un utilizzo temporaneo della nuova chiesa ancora incompiuta. Al Talenti viene richiesto di ridurre il "difetto delle finestre", asimmetriche rispetto alla parete interna e (con Giovanni di Lapo Ghini) di dare le misure delle lastre e di informarsi sul costo del marmo. Secondo il Ruhmor (che vide un Bastardello delle Ricordanze del Provveditore 1358-1362 oggi non più rintracciabile) Talenti dirigeva il lato nord e Alberto Arnoldi quello sud. Tra il 1364 e il 1367, dopo l'allontanamento del Talenti, si giunge alla definizione del progetto poi eseguito, che muta fortemente anche il parato esterno. Le due campate verso l'abside divennero a campo unico con una sola finestra obbedendo a un criterio di corrispondenza interno-esterno; per l'attico della navata centrale si adottarono le finestre ad oculo; si decise per il coronamento orizzontale al posto del primitivo coronamento a ghimberghe, di cui una sola era stata eseguita (v. l'affresco all'interno di Domenico di Michelino); si rialzò la copertura delle navate laterali; si semplificò l'ornato delle specchiaure adottando un solo tipo di polilobo geometrico. Tutto ciò portò a una diminuzione delle caratteristiche gotiche dell'ornato. Le fasi successive si protraggono sino al Cinquecento. Tra il 1369 e il 1421 viene eseguito il paramento della zona absidale. In epoca brunelleschiana si completa la zona tra abside e cupola e si collega il corpo delle navate con quello absidale con il cornicione che corre tutto intorno alla chiesa e si decora l'attico della navata centrale con riquadri e finestre ad oculo (che i Paatz attribuiscono al Manetti, 1451-1460). Infine su iniziativa del provveditore Bartolomeo Uguccioni (cfr. Richa) vengono eseguiti la fascia a semplici specchiature sopra le finestre dei lati e il ballatoio di coronamento, dove compaiono le armi medicee e il capricorno di Cosimo I. All'Ottocento risalgono piccole modifiche nelle zone di raccordo con la nuova facciata, con variazioni delle specchiature e il completamento delle cornici per ritrovare quelle della facciata. Ricordiamo infine che sullo zoccolo del lato sud, dove in antico si trovava un cimitero, sono incise molte epigrafi sepolcrali
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900625626
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0