Carità
Versione impertinente e un poco erotica della Carità, che l'iconografia tr adizionale vuole rappresentata da una madre generosamente intenta ad allat tare. Qui la signora è inghirlandata da un girotondo di bambini che le pre mono sul corpo: c'è chi è seduto cavalcioni sulla sua gamba robusta; chi s ugge dal capezzolo e con la scusa di tenersi saldo spinge una mano contro il pube femminile; chi con equilibrismo da maestro giocoliere se ne sta s teso sulle spalle di madame e tende il viso per avere un bacio. Dal canto suo la donna contraccambia questi slanci di affettuosità ed offre seno e b occa ai piccoli corteggiatori; alle sue spalle, sulla sinistra dell'immagi ne, la sagoma di un letto rafforza il senso della scena, che pare dedicata ai ludi dell'amore. La cornice, in legno dorato, è sagomata e reca ai bor di una sequenza ininterrotta di api napoleoniche; al centro, in basso, è c ollocata una tabella aggettante
- OGGETTO dipinto
- AMBITO CULTURALE Ambito Fiorentino
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca Comunale Foresiana, collezione Mario Foresi
- LOCALIZZAZIONE Centro Culturale De Laugier
- INDIRIZZO Salita Napoleone, Portoferraio (LI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel quadro l'accentuazione plastica dei corpi e il calcolato dinamismo del le pose infondono all'immagine un evidente timbro neorinascimentale, qui d eclinato secondo una specifica accezione raffaellesca, evidentissima nella dolcezza di espressione e di fisionomia a cui s'impronta il viso della Ca rità. E' possibile , o quanto meno plausibile, che proprio questo singolar e connotato abbia influenzato i precedenti catalogatori, concordi nell'asc rivere la tela al fiorentino Giuseppe Bezzuoli. Come la biografia ricorda, infatti, nel corso di un soggiorno a Roma costui si dedicò allo "studio i nstancabile particolarmente di Raffaello ... " (Della vita e delle opere d i Giuseppe Bezzuoli. Memorie raccolte da alcuni scolari ed amici, Firenze, 1855, p. 15); non a caso, inoltre, venne affidato a lui il compito di ri copiare, per il bresciano conte Paolo Tosio, la Scuola di Atene, certo il più celebre tra gli affreschi del Sanzio: portata a termine nel 1819, l'op era venne spedita al committente in quello stesso anno, e fu seguita di lì a poco, da una Galatea a sua volta molto raffaellesca (in relazione alle due opere si leggano le schede contenute nel catalogo di M. Mondini - C. Z ani, Paolo Tosio. Un collezionista bresciano dell'Ottocento, catalogo dell a mostra, Brescia, 1981, pp. 53-54). Questi episodi, tuttavia, non sono su fficienti a suffragare la validità della tradizionale attribuzione poiché nell'Ottocento, e soprattutto in ambito accademico l'arte d Raffaello affa scinò interi stuoli di pittori, che variamente la emularono; è necessario quindi spostare il piano dell'indagine sul fronte dell'analisi stilistica e, ad un esame attento, la qualità pittorica della Carità risulta inconcil iabile con il lessico figurativo del Bezzuoli, poiché ne ignora le raffina tezze coloristiche e formali; s'impone, dunque, il categorico rifiuto del rimando al noto artista fiorentino, cui d'altro canto non può far seguito un riferimento ad un altro nome noto, per la mancanza di dati formali part icolarmente indicativi
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900554625
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 1991
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2003
2007
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0