composizione grafica
manifesto,
Munari Bruno (1907/ 1998)
1907/ 1998
- OGGETTO manifesto
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ATTRIBUZIONI
Munari Bruno (1907/ 1998): disegnatore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Civico "Giovanni Fattori"
- LOCALIZZAZIONE Bottini dell'Olio
- INDIRIZZO Via San Jacopo in Acquaviva, 65, Livorno (LI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Colori nella Curva di Peano.Il manifesto viene esposto alla mostra "Progetto/ Struttura - Metodologia del Design" che si svolge a Livorno (Fortezza Nuova, catalogo: V. Fagone - L.V. Masini) nel marzo/ aprile del 1975. La mostra prende in esame il "modus operandi" di sei designers: Mario Bellini, Giulio Confalonieri, Silvio Coppola, Franco Grignani, Bruno Munari e Pino Tovaglia. I sei sono legati da un sodalizio artistico, nato nel 1967 e denominato "Exhibition Design", che si propone di presentare in maniera didattica la loro sperimentazione metodologica. Evidenziando in una esposizione collettiva l'assoluta autonomia di azione in strutture professionali diverse. Munari evidenzia la sua libera, fresca, continua creatività dinamica all'interno di un gioco strutturale. La formazione artistica di Munari muove dalle prime esperienze pittoriche condotte intorno al 1927-28 nell'ambito del secondo Futurismo, dal quale trarrà elementi per sviluppare, nella ricostituzione dell'integrità dell'immagine pittorica, la ricerca visuale e quindi l'interesse per l'oggetto colto, attraverso l'uso di tecniche e materie non tradizionali, nella sua complessa definizione e identificazione di caratteri, attributi e significati. Sono del 1933 le sue prime "macchine inutili", concepite secondo i presupposti dell'arte programmata; del 1945 il suo primo multiplo cinetico (Ora x), del 1948-49 i suoi "Libri illeggibili", del 1951 le "strutture continue" tridimensionali, gli esperimenti sul "negativo-positivo" e quindi successivamente quelli sulla luce polarizzata per proiezioni dalla materia. Bisogna ricordare le sue famose "sculture da viaggio" (oggetti di ornamentazione estetica, progettati allo scopo di creare un punto di riferimento, in qualche modo coincidente col proprio mondo culturale da collocare nelle anonime camere d'albergo o in qualunque altro luogo non caratterizzato). Seguono le "Xerografie originali", i "Polariscop", gli oggetti flessibili "Flexi", i giochi per bambini e tanti vari oggetti di arte cinetica. Scrive Lara Vinca Masini nel catalogo della mostra (p. 81): "Direi che l'immagine di Bruno Munari che emerge da questa rassegna risulta, così impostata metodologicamente, tra le sue più coerenti. E mette in luce, di lui, uno dei motivi conduttori del suo variatissimo lavoro, motivo che, per alcuni aspetti, può sembrare contraddittorio con la sua impostazione mentale. Munari è sempre riuscito a farci cogliere, con una ironica, sottile spregiudicatezza, l'estrema fragilità del nostro inquieto mondo contemporaneo. Sfatando il mito dell'Artista in senso romantico, recuperando ed attualizzando le conquiste, in questo senso, dell'esperienza futurista (la dinamica), e dada, ha sempre svolto l'operazione artistica come gesto liberatorio, alternativo. Ed è riuscito a farlo, sempre senza drammatizzare; è riuscito e riesce a sorridere anche nel momento stesso in cui la sua espressione artistica si dà come giudizio critico, come sintomatologia diretta della labilità di tutte le cose, in un mondo come il nostro, che può scomparire da un momento all'altro. Egli riesce sempre, con leggerezza e con amabile garbo, a porre l'esperienza artistica anche come esperienza didattica diretta, come mezzo di educazione alla formatività". "Molte persone - scriveva Munari nel 1966 ("Arte come mestiere") - mi conoscono per 'quello' delle macchine inutili...A quei tempi imperava il 'novecento italiano', con tutti i suoi serissimi maestri; tutte le riviste d'arte non parlavano d'altro che di queste granitiche manifestazioni artistiche e io, con le mie macchine inutili facevo proprio ridere...Ma come ridevano i miei amici, anche quelli che stimavo di più per l'impegno che mettevano nel proprio lavoro! Quasi tutti ebbero in casa loro una mia macchina inutile che tenevano però in camera dei bambini, proprio perché era una cosa ridicola e da poco, mentre in soggiorno tenevano sculture di Marino Marini, e pitture di Carrà e Sironi. Certo che in confronto a una pittura di Sironi, dove si vede l'unghiata del leone, io, col mio cartoncino e i fili di seta, non potevo essere preso sul serio"
- TIPOLOGIA SCHEDA Stampe
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900510881
- NUMERO D'INVENTARIO Mun.Li. 2183
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2000
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- ISCRIZIONI recto, in basso a destra - PROVA DI STAMPA - MUNARI 1967 - a matita -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0