soggetto cinese con fiori e ucccelli
dipinto,
ca 1750 - ca 1799
Composizione raffigurante fiori, uccelli e piante acquatiche
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
CARTA DI RISO
- AMBITO CULTURALE Ambito Cinese
- LOCALIZZAZIONE Villa medicea della Petraia
- INDIRIZZO Via della Petraia, 40, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Si tratta di una composizione “classica” per un genere che in Estremo Oriente ebbe una tradizione lunga e gloriosa. I volatili si dispongono liberamente sulla superficie del dipinto, interagendo con eleganza tra la vegetazione. In Cina la raffigurazione di piante e animali era codificata da istruzioni ben precise in numerosi manuali di pittura, essi avevano portato alla piena comprensione dell’oggetto e della cosa, le rappresentazioni vegetali e animali avevano sia valore scientifico ma, esprimevano anche l’inclinazione dell’uomo legato alla natura, capace di avvicinarsi agli animali superando quella distanza ormai invalicabile in Europa. Questa forma di rappresentazione vicina alla natura, eppure non naturalista si accompagnò sempre ad un significato più profondo. Il Buddismo tramandò la stilizzazione in emblemi simbolici; in Cina esso disponeva di otto emblemi come appunto la peonia annunciatrice di primavera a cui corrispondeva il mese di marzo, e in Giappone simbolo del matrimonio, della fertilità, della ricchezza e dell’allegria. Nei racconti e nelle fiabe orientali oche e anatre erano temi ricorrenti. In Giappone si prediligevano le anatre mandarine, conosciute anche in Cina, che oltre al ciuffo sul capo avevano intorno al collo un piumaggio simile a una criniera e ali a ventaglio, molto ampie e disposte perpendicolarmente. Essendo rigorosamente monogame, le anatre divennero nell’Asia Orientale simbolo della fedeltà coniugale e della fertilità. La creazione delle varie compagnie delle Indie, fra il XVII e il XVIII secolo, da parte dei grandi stati europei, rese più agevole il commercio con la Cina incrementando notevolmente l’importazione di porcellane, lacche, paraventi e carte dipinte. L’Europa amava fantasticare sull’Oriente nelle forme cui l’aveva abituata le figurazioni di Boucher, tra cui la rappresentazione scenica del ballo di Noverre, Les Fêtes Chinoises, l’Adresse inciso per la bottega d’arte di Gersaint al ponte Notre-Dame, detto allora A la Pagode e il dipinto Danza Cinese, ora al Musée des Beaux-arts et d'Archéologie de Besançon. Il gusto per l’esotico, nella sua componente cinese, fu uno degli elementi stilisticamente costitutivi del Rococò tanto che i De Goncourt chiamavano la Cina “une des provinces du rococò”. La moda della cineseria ed il gusto per le cose orientali erano al culmine del loro splendore, anche se, letterati come Domenico Caminer o Alessandro Verri, si rammaricavano che i visitatori stranieri, ormai saturi dell’Italia e delle sue bellezze, si lasciassero attrarre e lusingare dal fascino dell’Oriente portando a far esclamare quest’ultimo quasi con malcelata ironia “Ed ora che sanno a memoria l’Italia più di noi stessi cominciano ad andare in Oriente...”. Anche l’Italia e Firenze, dopo la metà del ‘700 si aprirono alle suggestioni stilistiche del Celeste Impero, Piranesi e il Tiepolo si lasciarono blandire dal gusto dell’esotico; l’importazione di bronzi, porcellane e parati cinesi andarono a impreziosire palazzi come quelli Gianfigliazzi, Non-finito o Ginori, e ville come la Mattonaia. L’interesse degli europei per l’arte dell’Asia orientale si acuì con l’apertura dei porti giapponesi per mano del commodoro americano Perry il 31 marzo 1854 e con le Esposizioni Universali del 1862 a Londra e del 1876, 1878 e 1889 a Parigi
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900378119
- NUMERO D'INVENTARIO OdA Petraia 287
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Villa medicea della Petraia
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1996
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0