lampada pensile, 1873 - 1873

Lampada pensile a triplice sospensione con corpo piriforme, concluso da terminale a ghianda; collo stretto con fastigio a margine liscio; attacchi fitomorfi per le tre catene di sostegno (formate da maglie poligonali raccordate da cavetti); sospensione cupoliforme piuttosto schiacciata, provvista di anello apicale. Una corona di doppie foglie ovate e nervate ricorre nella zona inferiore del corpo, sul fastigio del collo e sulla cupola di sospensione. Un ornato a fune perlinata decora la base del terminale, mentre due cornici a cordoncino, di diverso spessore, delimitano la restante zona liscia e specchiante. Gli attacchi delle catene sono formati da lisce volute a "C" contrapposte, dalla cui estremità partono foglie di acanto, singole nella parte superiore e triplice in quella inferiore

  • OGGETTO lampada pensile
  • MATERIA E TECNICA argento/ stampaggio/ sbalzo/ cesellatura/ incisione/ fusione
  • AMBITO CULTURALE Bottega Fiorentina
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'iscrizione incisa sul corpo della lampada ricorda che essa era "di proprieta' di Vittorio e Luigi Cortigiani" i due offerenti che donarono nel 1873 questo prezioso arredo d'argento alla cattedrale fiorentina. Dei due benefattori non si conoscono attualmente notizie certe a causa della laconicità dei documenti metropolitani. Presumibilmente si trattava di due facoltosi devoti o forse - per analogia con un'altra lampada a cui quella in esame si accompagnava (cfr. n. cat. gen. 09/ 00347087) - di due cappellani della metropolitana. La lampada era collocata originariamente nella cappella dell'Immacolata Concezione. La tipologia dell'arredo si avvicina, infatti, a quella degli altri lumi utilizzati nella stessa cappella. Essi costituivano un crpus di tredici lampade realizzate dai devoti in onore della Vergine. I documenti riportano la notizia che nel 1897 la lampada donata dai Cortigiani fu oggetto di un intervento di ripulitura, come ricordano le fonti manoscritte. Soltanto un anno dopo, invece, le"tredici lampade d'argento dell'Altaredella SS. Concezione" furono " inargentate a fuoco e riparate". L'intervento fu affidato all'argentiere Giuseppe Grazzini: la ditta Grazzini, attiva sul Ponte Vecchio, in quegli anni era, infatti, abitualmente incaricata dei restauri sulle suppellettili della cattedrale. Specificatamente i documenti ricordano che il 30 luglio di quell'anno furono pagate al Grazzini "come da ricevuta, lire 260, computate andantemente a lire 20 cadauna (lampada). La lampada in esame fu realizzata in un periodo prossimo alla data di donazione (1837), probabilmente in ambito fiorentino. Lo stile è, infatti, coerente con le peculiarità dell'oreficeria locale di allora. Anche se la tipologia piriforme ripete modelli precedenti, la forma compatta, equilibrata e rigorosa si dimostra aggiornata al gusto contemporaneo. L'ornamentazione si affida a motivi neoclassici, interpretati secondo lo spiccato naturalismo e senso plastico tipici delle realizzazioni del secondo Ottocento (si veda soprattutto la resa degli attacchi per le catene). Il margine lineare del fastigio, il terminale ornato con un motivo a fune perlinata e la tipologia degli attacchi trovano inoltre puntuali confronti in lampade fiorentine databili ai decenni centrali del secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900347086
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI nella cornice di massima circonferenza del corpo - DI PROPRIETA' DI VITTORIO E LUIGI CORTIGIANI ANNO 1873 - a incisione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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