Cristo deriso
rilievo,
Della Robbia Giovanni (bottega)
1469/ 1529
Personaggi: Cristo. Figure: giudei. Abbigliamento: all'antica
- OGGETTO rilievo
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ATTRIBUZIONI
Della Robbia Giovanni (bottega)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Gonnelli G. C
- LOCALIZZAZIONE Montaione (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Sacro Monte di San Vivaldo doveva essere completato, almeno nella sua disposizione voluta ed ideata dai francescani frà Tommaso da Firenze e Cherubino Conzi, profondi conoscitori dei Luoghi Santi di Palestina, quando nel 1516 papa Leone X emana un breve in cui concede l'indulgenza ai visitatori delle cappelle. Il breve papale cita trentaquattro "loci" già scesi a ventotto nel 1685 quando padre Stradella redige la cronistoria del convento. Consistenza ridotta oggi a ventuno "loci" conservati e, d'altra parte, non tutti riferibili al progetto originario. Vanno infatti detratte le cappelle aggiunte tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo quando, a seguito della Controriforma, si sviluppano nuovi concetti devozionali. D'altra parte il numero originario delle cappelle non doveva divergere molto, con quello annotato (si parla di ventitre edifici inclusa la Ecclesia Presepii all'interno della chiesa) durante la visita pastorale del 1576 effettuata dal vescovo Giovanni Castelli. Numero di fatto confermato anche dalla seicentesca "Mappa delle Relazioni" non molto dissimile dall'attuale impianto del Sacro Monte. Delle cappelle riferibili all'ideazione originaria, quattordici sono quelle tuttora individuabili e dei trentaquattro "loci" leonini, sedici sono quelli ancora visibili oltre ad altri cinque successivi. È ascrivibile al primo periodo questa Cappella della Casa di Caifa e le relative terrecotte dipinte. Nel rilievo raffigurante l'oltraggio a Cristo, attribuibile all'ambito fiorentino particolarmente vicino ai modi di Giovanni Della Robbia o della sua cerchia, lo schema composito utilizzato presenta criteri figurativi popolareschi. La scena narrativa ha uno spazio ridotto, quasi teatrale, la cornice ad arco ribassato e la parete di fondo comprimono i personaggi disposti su due piani ridotti che, in assenza di profondità, si spingono in avanti verso il visitatore comunicandogli la drammaticità del momento con la mimica dei volti. Il patronato della cappella era della famiglia Galli di San Miniato
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900337198
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
- DATA DI COMPILAZIONE 1995
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0