Madonna in trono con Bambino e i santi Domenico, Giacomo Maggiore, Lorenzo e Pietro Martire, e i donatori

polittico 1395/ 1399

Polittico costituito da tre pannelli di formato cuspidato inseriti entro una cornice quadrangolare, di cui lo scomparto centrale si presenta più alto dei laterali

  • OGGETTO polittico
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Maestro Della Madonna Straus (notizie 1390-1410)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Deposito diocesano di Santo Stefano al Ponte
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa dei SS. Stefano e Cecilia al Ponte
  • INDIRIZZO Piazza Santo Stefano, 5, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il polittico fu commissionato da Jacopo di Gherardo e Umberto di Cionetto Giuochi per la propria cappella ubicata nella navata destra della basilica di Santa Maria Novella di Firenze. I due committenti, raffigurati nel dipinto ai piedi dei santi Giacomo e Lorenzo, sono stati identificati grazie allo studio delle vicende storiche dell'opera svolte da Sonia Chiodo (1996). Prima del 1572, anno della demolizione della cappella Giuochi, i frati domenicani della basilica fiorentina vendettero il polittico al parroco della chiesa di San Lorenzo a Galiga, dove, sin dal 1568, è documentato dalle fonti sull'altar maggiore. In seguito all'intervento di restauro svolto nel 1951 dal Gabinetto dei Restauri - nell'ambito del quale venne eliminata l'incorniciatura barocca, aggiunta in seguito alla rimozione dell'originaria cornice nel secolo XVI, e sostituita con quella attuale di formato quadrangolare - il dipinto venne conservato presso il Seminario maggiore di Cestello, dove vi rimase fino al 1983. L'opera fu esposta alla mostra del Tesoro di Firenze Sacra del 1933 come opera fiorentina del Trecento, e fu attribuita da Ugo Procacci (1933) al Maestro dell'Annunciazione della Galleria dell'Accademia n. 3146, (ovvero Maestro della Madonna Straus), opinione condivisa anche da Gamba (1933-1934). Il primo che propose esplicitamente di avvicinarlo al Maestro della Madonna Straus fu Richard Offner nel 1933. L'attribuzione a quest'ultimo artista è condivisa anche da Fremantle e da Boskovits, il quale propone di datare il polittico tra il 1395 e il 1400. Fu Roberto Longhi, nel 1928, il primo ad individuare la personalità di questo maestro fiorentino attivo tra la fine del XIV secolo e l'inizio del XV. Formatosi nell'ambiente di Agnolo Gaddi, probabilmente all'inizio della sua carriera collaborava con Lorenzo Monaco. Fu uno degli esponenti più alti della pittura tardo gotica a Firenze. Boskovits (1975) ha evidenziato i rapporti di questo artista con il Maestro di Santa Verdiana, osservando come le caratteristiche della sua pittura siano l'incisiva nitidezza del segno, i colori pallidi e freschi, ed il gusto per i dettagli decorativi riccamente elaborati. Il polittico di Galiga è da porsi precedentemente all'unica opera datata dell'artista, il "Vir Dolorum" di Varsavia, risalente al 1405, e potrebbe risalire al 1399, anno in cui il Capitolo domenicano di Santa Maria Novella assegnava lo spazio della chiesa per la realizzazione della cappella Giuochi(Chiostrini, 2023). Stilisticamente quest'opera è accomunabile all'Annunciazione della Galleria dell'Accademia e all'altra Annunciazione già in S. Maria a Quinto, per la presenza di minori inflessioni gotiche e per il maggior equilibrio e chiarezza della composizione, ed è considerarta da Miklos Boskovits un omaggio alla Maestà giottesca di San Giorgio alla Costa, con cui condivide una composizione frontale e ieratica e una resa naturalistica del panneggio (Chiostrini, 2023)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900290487
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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