uomo con scimmia
dipinto,
1590 - 1591
Carracci Annibale (1560/ 1609)
1560/ 1609
Figure: uomo. Abbigliamento: contemporaneo. Interno. Animali: scimmia
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Carracci Annibale (1560/ 1609)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Carracci Annibale, Copia
Anonimo Veneto
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria degli Uffizi
- LOCALIZZAZIONE Palazzo degli Uffizi
- INDIRIZZO piazzale degli Uffizi, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Sul retro della tela non figura oggi nessuna scritta o numero identificabile per cui non e' possibile avere la certezza scientifica che essa, inventata nel 1825 come opera di Annibale Carracci sia da identificarsi con il "busto d'uomo con scimmia sulle spalle" attribuito a Tintoretto che nel 1793 sarebbe pervenuto agli Uffizi dalla Galleria Imperiale di Vienna nel gruppo dei quadri ceduti dagli Asburgo in cambio di quelli inviati loro dal cugino Granduca di Toscana. Infatti il Gatti, che riferisce dell'avvenuto scambio tra Firenze e Vienna, non fa alcun riferimento a quadro con questo singolare soggetto. L'identificazione, che fu accettata dal Poggi, viene oggi messa in dubbio sulla base di una citazione d'inventario assai piu' antica che accenna ad un "quadro in tela alto bracci uno largo cinque sesti entrovi uno schiavo con una bertuccia in spalla dicesi mano di Tiziano", quadro che nel 1666 si trovava nel casino mediceo nella collezione di Carlo de' Medici ed esposto nel 1753 agli Uffizi "un bertuccione che gioca in capo ad un uomo" senza l'attribuzione e che, se non fosse questo qui preso in esame, dovremmo considerare andato disperso. D'altra parte l'intensa impronta veneta che il dipinto esprime giustifica parimenti una attribuzione secentesca a Tiziano come una tardosettecentesca a Tintoretto: resta comunque improbabile che il quadro, gia' appartenuto a Carlo de Medici e nel 1753 agli Uffizi sia passato poi a Vienna per tornare poi dopo pochi anni nuovamente a Firenze (Borea). Certamente nel 1810 l'opera era esposta con l'attribuzione ad Annibale Carracci tanto che nel 1824 il Lasinio siglava questa ipotesi con un'incisione per l'edizione del Molini della 'Reale Galleria': l'attribuzione venne stabilmente accettata dopo il 1825. In un disegno del British Museum il Mahon ha individuato uno studio per la scimmia, sottolineando inoltre il significato allegorico del dipinto: la scimmia indica infatti la follia. Il Pepper avanza il dubbio che si possa trattare di una copia per il carattere debole della mano che tiene la scimmia" e propone una datazione al 1588. La Borea ritiene che si tratti comunque di un' opera della fase sperimentale di Annibale, se di Annibale si tratta, e di ogni pretesa di datazione specifica non puo' assolutamente essere definita. In basso si nota che la tela originale fu piegata verso l'interno sotto la cornice per un tratto alto circa due centimetri che restituito alla vista dopo la recente rentelaiatura, risulta in parte ridipinta. Una copia di Jacopo Martini, del 1812 si trova ad Arezzo, Fraternità dei Laici
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900289179
- NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, n. 799
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
- ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2002
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0