San Severino libera un'indemoniata
scomparto di predella,
ca 1470 - ca 1480
Maestro Di San Severino Noricense (notizie Fine Ultimo Quarto Sec. Xv)
notizie fine ultimo quarto sec. XV
n.p
- OGGETTO scomparto di predella
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MISURE
Altezza: 40 cm
Larghezza: 50 cm
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ATTRIBUZIONI
Maestro Di San Severino Noricense (notizie Fine Ultimo Quarto Sec. Xv)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Bellini Giovanni
Grandi Ercole
Antonello Da Messina, Seguace (antonio Solario)
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Horne già Corsi
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La precisa identificazione iconografica di questo pannello e del suo pendant nella collezione Ruprecht di Baviera raffigurante 'Il viaggio di Massimo noricense', così come la loro restituzione alla predella del polittico della chiesa dei Santi Severino e Sossio a Napoli, sono dovute al Bologna, il quale considerò l'opera di cui facevano parte "poco meno che all'unisono" con lo Stendardo di San Nicola, opera di Antonello nota da una copia di Milazzo, dopo la perdita dell'originale nel terremoto di Messina. Alla restituzione finale del polittico manca lo scomparto centrale della predella, dopo che Zeri ne ha rintracciato altri due pannelli in una collezione privata di New York. Il primo di essi è al seguito immediato dell'episodio del pannello Ruprecht e raffigura S. Severino che riceve Massimo, l'altro rappresenta la rarissima 'Resurrezione di Silvino' identificata in base alla "Vita Sancti Severini Noricorum Apostoli" dell'abate Eugippo, già indicata dal Bologna quale fonte della scene dei pannelli Horne-Ruprecht. Una volta precisati i risvolti stilistici marchigiano-adriatici dell'autore, (Bologna, 1955) se ne sono messi in evidenza i rapporti con la contemporanea cultura provenzale, in particolare "con tutta la rosa di quattrocentisti francesi, che va dai Provenzali a Fouquet e il Maestro di Moulins, segno forse di un'origine francese di questo anonimo pittore" (Zeri). Per quanto riguarda l'identificazione del maestro, il Bologna, sottolineandone la cultura fouquettiana, suggeriva il nome di Francesco Pagano, fissando l'esecuzione al 1480. L'ipotesi è stata ripresa dalla De Bosque che collocava il polittico al ritorno del Pagano dalla Spagna (1482). Nel 1977, il Bologna ha abbandonato questa ipotesi, proponendo il nome di Giovanni di Giusto, pittore inviato da Ferrante d'Aragona a Bruges nel 1469-70 "por aprender de pinctar", che potrebbe aver seguito le stesse tappe del contemporaneo viaggio di Antonello, assorbendone le medesime, complesse informazioni culturali. La Sricchia Santoro (1986) scorgendo affinità stilistiche tra la Vergine del polittico napoletano e quella del frammento superstite di una "Natività" affrescata nella Sala Capitolare della cattedrale di Valenza, è tornata a proporre il collegamento del polittico, da datare al 1472, con Francesco Pagano
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900287598
- NUMERO D'INVENTARIO Horne 78
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2010
2012
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0