motivi decorativi vegetali
capitello ionico
ca 1434 - ca 1436
Capitello in pietra serena scolpita con abaco ed echino
- OGGETTO capitello ionico
-
MATERIA E TECNICA
pietra serena/ scultura
-
ATTRIBUZIONI
Antonio Di Domenico (attribuito): disegnatore
Domenico Di Antonio Da Fiesole (attribuito): esecutore
-
ALTRE ATTRIBUZIONI
Bernardo Rossellino
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE All'interno della ristrutturazione della Badia Fiorentina promossa con spirito d'avanguardia dall'abate Gomezio all'inizio del secolo XV, il Chiostro degli Aranci fu certamente il complesso più significativo, e costituisce attualmente l'unica testimonianza integra di quell'intervento, avendo subito la chiesa ed il resto del convento radicali trasformazioni nei secoli successivi. La committenza fu dovuta, secondo "la vita" di Vespasiano da Bisticci, al devoto Ser Filippo di ser Ugolino Pieruzzi, notaio e umanista fiorentino che fece fare l'intero chiostro senza farvi apporre alcun stemma, volendo mantenere segrete le sue opere di beneficenza. Parte della critica, partendo dai Paatz, ha ipotizzato il nome di Bernardo Rossellino per l'architettura del chiostro. Il primo a confutare questa attribuzione è stato il Sanpaolesi che, attraverso l'attenta analisi dei documenti, ha indirizzato l'attezione piuttosto verso Antonio di Domenico, citato spesso come "capomastro" nelle fonti manoscritte ed ha escluso completamente Bernardo dal progetto del chiostro, riducendo il suo intervento all'esecuzione, come "lastraiuolo", di alcune cornici in pietra e di parti oggi scomparse. Gli studi successivi della Tyszkiewicze e del Mack riprendono questa tesi, ma ritengono determinante anche la presenza di Bernardo Rossellino nonostante la scarsità di fonti manoscritte. Secondo il Mack la carriera del Rossellino inizia in questo chiostro dove egli lavorò insieme allo zio Jacopo, scalpellino del cantiere di Antonio di Domenico, Bernardo avrebbe influenzato anche la progettazione globale, riconosciuta comunque al capomastro Antonio, soprattutto nell'inserimento delle lesene di congiunzione tra il piano superiore e quello inferiore. Nella decorazione architettonica del chiostro, Antonio di Domenico segue in parte la tradizione trecentesca, ma comincia ad ispirarsi anche a modelli classici in alcuni particolari, quali l'uso del pulvino sopra i capitelli e i peducci. I capitelli, di ordine ionico, costituiscono un modello precoce per la città di Firenze, ripreso pochi anni dopo in molti altri chiostri di chiese e conventi ( S. Marco, S. Apollonia, S. Lorenzo ). La loro esecuzione è dovuta, secondo l'interpretazione dei documenti fatta dal Sanpaolesi, allo scalpellino Giovanni di Antonio. Il Sanpaolesi sottolinea come elemento arcaizzante la grossezza delle colonne d'angolo rispetto alle altre, sia al piano terreno che a quello superiore. Il relativo capitello ionico risulta quindi più largo e schiacciato
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900285006
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0