flagellazione di Cristo

dipinto,
Lippo D'andrea (attribuito)
1377/ notizie fino al 1451

Personaggi: Cristo. Figure: flagellanti; astanti; figure frammentarie. Abbigliamento: all'antica. Interno: soffitto a cassettoni. Architetture: gradini; terrazzo. Oggetti: colonna; flagelli; copricapo. Decorazioni: motivi geometrici nell'incorniciatura tra le scene

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Lippo D'andrea (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Convento di S. Maria del Carmine
  • INDIRIZZO piazza del Carmine, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo il libro de' Padronati della chiesa del Carmine stilato nel 1689 e pubblicato dal Procacci nel 1932, nella cappella Nerli, costruita nel 1396, "... fu dipinta l'historia della passione di Nostro Signore nelle pareti l'anno 1402 e la tavola dell'altare nel 1404... ". Il nome del pittore, "... un giovane chiamato Lippo... ", è suggerito nell'anonimo manoscritto settecentesco delle "Provenienze degli oblighi" del Carmine (cfr. Procacci 1932) , che tramandava un'antica tradizione orale. Ma quando furono scoperti nel 1933 i frammenti dell'originale decorazione parietale della cappella nascosti dietro alle mura tirate su in epoca successiva per restringere l'ambiente, il Procacci concluse che la `Crocifissione' e gli affreschi nella parte opposta erano di mani diverse. E quindi questo studioso, seguito dal Baldini, dai Paatz e dalla van Waadenoijen, riteneva difficile stabilire quali dei dipinti fossero da riferire al giovane Lippo nominato nel manoscritto. Tuttavia sia il Gronau (cfr. Paatz) , sia la Padovani ritennero che gli affreschi della cappella Nerli,seppure eseguiti in momenti diversi, fossero della stessa mano e sembra che anche il Bellosi li considerasse un gruppo omogeneo. Per quest'ultimo studioso ,come per il Gronau, gli affreschi della cappella Nerli sono della stessa mano che dipinse le `Storie di Santa Cecilia' nella sagrestia del Carmine (cfr. scheda n. 0913958) e anche la Padovani era dello stesso avviso. E poiché questa studiosa avvicinava gli affreschi della sagrestia alle opere tardo gotiche assegnate al così detto "Pseudo-Ambrogio di Baldese" avanzò l'ipotesi che questo anonimo maestro fosse il Lippo nominato nei libri del Carmine, da identificare o con Lippo d'Andrea (che si riteneva nato nel 1377, ma che secondo le ricerche sul catasto fiorentino condotte dal Procacci, nacque tra il 1370 e il 1371) o con Lippo di Corso (nato nel 1357). Sia i Paatz, sia il Bellosi suggerivano che il "giovane chiamato Lippo" fosse il Lippo fiorentino del Vasari (il quale però attribuiva ad un unico artista opere che in realtà furono eseguite da diversi pittori con lo stesso nome (cfr. Thieme-Becker, Procacci (1984)) . Il Procacci ha proposto, nel suo recente articolo, di identificare il Lippo nominato nel manoscritto settecentesco con Lippo d'Andrea al quale ha potuto riferire gli affreschi con gli `Apostoli Simone e Giuda Taddeo' nel Duomo fiorentino grazie all'accurata rilettura di un documento d'archivio citato marginalmente dal Milanesi. Anche il Boskovits individuava Lippo d'Andrea nel Lippo del Carmine e avvalorava la tesi della Padovani secondo la quale sarebbero da attribuire a questo pittore le opere raggruppate sotto lo pseudonimo Pseudo-Ambrogio di Baldese
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900284061-2
  • ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2000
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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