episodi delle vite di Santi
dipinto,
1557 - 1558/07/03
Vasari Giorgio (1511/ 1574)
1511/ 1574
Marchetti Marco Detto Marco Da Faenza (1526 Ca./ 1588)
1526 ca./ 1588
Volta a calotta scompartita, pareti scompartite, tavole incorniciate
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Vasari Giorgio (1511/ 1574): progetto, parziale esecuzione
Marchetti Marco Detto Marco Da Faenza (1526 Ca./ 1588): ESECUZIONE
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Vecchio
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Vecchio o della Signoria
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Con una lettera datata 12 maggio 1558 Giorgio Vasari informa il duca Cosimo che la cappella e gran parte del quartiere di Leone X saranno finiti per il 3 luglio, data del matrimonio di Lucrezia de' Medici con Alfonso II d'Este. In quell'occasione l'intero quartiere decorato su progetto del Vasari e non ancora ultimato, nonostante le promesse dell'aretino al duca, fu addobbato con apparati effimeri. La cappella, dedicata ai santi taumaturghi Cosma e Damiano, patroni della famiglia Medici, fu commissionata dal duca al Vasari nel 1557. Nel luglio di quell'anno sono infatti registrati due pagamenti, uno per la muratura della volta a calotta al muratore Bernardo d'Antonio di Monna Mattea e l'altro, per l'intonaco, a Mariano di Simone. Un altro pagamento, del maggio 1558, per la fornitura di una soglia "murata per di sopra a quella finestra che da' lume alla cappella" induce a ritenere che il piccolo ambiente avesse in origine un'unica apertura da cui prendeva luce: il vano tuttora esistente sopra la porta di accesso dalla sala di Clemente VII, ornato in origine da una grata in ferro, oggi perduta ed eseguita da Vincenzo Danti, come ricorda il Vasari nella vita dello scultore. La decorazione del piccolo ambiente, ricchissimo di stucchi raffinati e di grottesche fu condotta dal poliedrico Vasari solo per quanto riguarda le tavole laterali dell'altare e i cupi affreschi a olio del soffitto, dove e' pero' visibile l'influenza esercitata sull'aretino dallo Stradano, da poco giunto a Firenze. Il resto della decorazione fu affidata al fantasioso Marco da Faenza che, sotto la direzione dell'onnipresente Vasari rivaleggia con gli antichi nel riempire ogni spazio disponibile con grottesche e briose scenette di sacrificio tratte da un repertorio decorativo comune nelle case patrizie romane. Oltre ai Santi Cosma e Damiano della cui vita sono rappresentati alcuni episodi in piccoli ovati della volta, la cappella presenta alcune storie del Battista, patrono della citta' di Firenze. Anche in queste scene di soggetto sacro il faentino si esprime con la consueta vivacita' ed immediatezza sintetica che solitamente gli e' propria nella pittura piu' esplicitamente decorativa come sono le grottesche. Morto da poco Cristofano Gherardi, che aveva affiancato il Vasari nella realizzazione del quartiere degli Elementi, Marco da Faenza ne prende il posto e svolge nella cappella un ruolo da protagonista
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900281641-0
- NUMERO D'INVENTARIO Palazzo Vecchio, Catalogo delle cose d'arte, n. 318
- ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
- DATA DI COMPILAZIONE 1988
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1998
1999
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0