motivi decorativi a grottesche
dipinto,
post 1561 - ante 1565
Marchetti Marco Detto Marco Da Faenza (1526 Ca./ 1588)
1526 ca./ 1588
Vasari Giorgio (1511/ 1574)
1511/ 1574
Stanza decorata
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
Stucco
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MISURE
Altezza: 216.5
Lunghezza: 368
Larghezza: 195.5
- AMBITO CULTURALE Ambito Toscano
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ATTRIBUZIONI
Marchetti Marco Detto Marco Da Faenza (1526 Ca./ 1588): disegno e parziale esecuzione
Vasari Giorgio (1511/ 1574): progetto
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Vecchio
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Vecchio o della Signoria
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il bagno di Cosimo e' ricordato per la prima volta da Alfredo Lensi che, nel suo volume su Palazzo Vecchio, lo descrive come "una stanzetta buia e gustosamente decorata di affreschi e di stucchi" di cui restano pochissime tracce. In occasione dei restauri dei quartieri monumentali, protrattisi per i primi decenni del Novecento, fu ritrovata murata nella muraglia perimetrale della stanza, l'incavatura dentro la quale si trova tuttora la vasca in pietra serena che il Lensi ritiene originale, ma che, paragonata alla fattura piu' sensibile del pannello in pietra all'interno del quale, nell'elegante ovato centrale, era contenuta la stufa, sembra risultare piuttosto un rifacimento in stile. I gravi danneggiamenti subiti nelle vicende successive del palazzo dal quartiere di Cosimo, di cui anche il bagno fa parte, rendono difficile la ricostruzione della genesi precisa di questo piccolo ambiente. Ricavato dal Vasari sotto un pianerottolo della Scala Piana, la sua costruzione e' stata messa in rapporto con i lavori di quest'ultima che iniziarono nel 1561, ma forse e' da tener presente, per l'uso dell'acqua e la destinazione privata, anche la fontana ora scomparsa che doveva trovarsi sul piano delle camere del duca, "in uno andito a lato della sala de' Dugento", e per la quale esistono pagamenti a scalpellini gia' dall'ottobre del 1557. L'ambiente, e' interamente decorato da Marco da Faenza (alcune scene sono pero' molto restaurate) con storie mitologiche finora non prese in esame dagli studiosi ma riferibili a Psiche e Venere, e grottesche di ispirazione marina. I gruppi con tritoni e putti e le esili canne di fiume compaiono anche nella volta della "Scala Grande", compiuta fra il 1556 e il 1558, e confermano cosi' una datazione fine anni Cinquanta anche per le veloci tempere di quest'ambiente. La struttura spaziale e idraulica del bagno e delle terme analizzata da Vitruvio, ricompare nel Rinascimento gia' nel palazzo urbinate dei Montefeltro. La destinazione del luogo favoriva la licenza iconografica del testo letterario e mitologico, principalmente basato sul tema dell'acqua - tritoni, Naiadi, Ninfe - e della separazione dagli impegni, con figurazioni amorose e giocose - Eros e Venere soprattutto. Tali sono i soggetti delle stufe del cardinal Bibbiena (1516) nei palazzi vaticani e di Clemente VII a Castel Sant'Angelo (ante 1534) (Contardi, Saari), dai quali oltre che l'iconografia generale e talora specifica (vedi schede), e' anche ripresa la stesura pittorica veloce e abbreviata, e il modo semplificato di comporre le storie. Benche' non sia chiaro il significato di alcuni episodi, forse riferibili ad Amore e Venere, la maggioranza di questi che illustrano la favola di 'Amore e Psiche', tratta dall''Asino d'oro' di Apuleio, sono figurativamente ripresi dal ciclo romano di Perin del Vaga e di Domenico Zaga a castel Sant'Angelo, eseguito fra il luglio 1545 e il maggio successivo (Gaudioso). Alla semplificazione narrativa notata in questo stanzino,ci sembra da associare la mancanza di significati reconditi a carattere etico e allegorico, che la favola conobbe nel Rinascimento, riferiti al superamento delle prove sostenute da Psiche prima del trionfo dell'amore e dell'armonia, comuni ai grandi cicli affrescati da Raffaello, Giulio Romano e Perin del Vaga, a tutto favore di una piacevole narrazione della vicenda amorosa come si conveniva al luogo. L'insieme degli elementi qui osservati porta ulteriori sostegni alla cultura figurativa romana di Marco da Faenza
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900281627-0
- NUMERO D'INVENTARIO Palazzo Vecchio, Catalogo delle cose d'arte, n. 77
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
- DATA DI COMPILAZIONE 1988
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1998
1999
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0