Novella di messer Torello. storie di Saladino e Torello
cassone,
ca 1390 - ca 1410
Base, fronte a tre formelle mistilinee, facce, coperchio
- OGGETTO cassone
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MATERIA E TECNICA
legno/ intaglio/ doratura a pastiglia
- AMBITO CULTURALE Bottega Fiorentina
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Gerini, Niccolò, Seguace
Maso Di Banco, Seguace
ambito napoletano
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale del Bargello
- LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
- INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il cassone, proveniente da Santa Maria Nuova, con l'acquisto di opere d'arte fatto dall'allora Ministero della Pubblica Istruzione nel 1900, presenta nel fronte tre formelle polilobate e dipinte a tempera; ciascuna di esse illustra un'episodio tratto dalla novantanovesima novella del "Decamerone" di Boccaccio, la storia di Saladino e messer Torello d'Istria. Le scene raffigurano "Messer Torello che riceve Saladino e i suoi compagni", "la moglie di Torello che dona un cambio di indumenti a Saladino" e "Torello che riceve in dono l'anello dalla moglie". Non ci sono dubbi circa l'identificazione della novella narrata che lo Schubring (1923), studiando per primo il cassone, aveva erroneamente ritenuto la storia di Mattabruna. Si deve a De Nicola l'esatta identificazione delle storie raffigurate con episodi tratti dalla novella di Meser Torello del Decamerone di Boccaccio. Vista l'incompletezza della vicenda il De Nicola suppose anche la presenza di un altro cassone, con il preseguo della storia. Ipotesi che si è rivelata veritiera in quanto un cassone pubblicato da Borenius e attualmente presso la fondazione Cini di Venezia risulta essere il pendant del cassone del Bargello. La critica generalmente assegna l'esemplare del Bargello ad una bottega fiorentina attiva agli inizi del Quattrocento. Più precisamente De Nicola riferisce il manufatto ad un pittore locale, scolaro di Lorenzo di Niccolò e Niccolò di Pietro Gerini; Berenson lo assegna ad un seguace di Maso di Banco. Infine Watson colloca il cassone del Bargello ed il suo "pendant" veneziano nell'ambito della cultura fiorentina del primo Quattrocento e, rintracciando nei due esemplari moduli stilistici desunti da Lorenzo Monaco, data i pezzi al 1420 circa. Un cassone analogamente decorato a pastiglia e con formelle polilobate racchiudenti gli stessi episodi dipinti é conservato al Museo Stibbert e lo Schubring ritiene che si tratti di una copia di epoca successiva. Anche recentemente il cassone è stato oggetto di attenti studi e riferito da Bologna all'ambito napoletano dell'inizio del Quattrocento; precisamente lo studioso lo riteneva eseguito in occasione delle nozze di Ladislao di Napoli e Maria di Enghien nel 1407. Il Boskovits lo ritiene opera di un artista fiorentino operoso tra tre e Quattrocento, legato a questo ambito napoletano, tanto da essere denominato Maestro di Ladislao Durazzo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900281235-0
- NUMERO D'INVENTARIO Bargello Mobili 160
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2004
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0