episodi della vita di santa Cecilia
dipinto,
post 1394 - ca 1410
Lippo Di Corso (attribuito)
1357 ca./ 1404
affresco
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 240
Larghezza: 545
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ATTRIBUZIONI
Lippo Di Corso (attribuito)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Bicci Di Lorenzo
Spinello Aretino
Agnolo Gaddi
Lippo (?)
Pseudo Ambrogio Di Baldese
- LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Maria del Carmine
- INDIRIZZO piazza del Carmine, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'intero ciclo di affreschi fu riscoperto sotto un imbiancatura settecentesca (eseguita dal 18 dicembre al 9 gennaio 1720) nel 1858 da padre Sante Mattei. L'attribuzione a Lorenzo di Bicci è seguita anche dal Fremantle, quella a Bicci di Lorenzo dal Van Marle, mentre il Gombosi assegna il ciclo a Spinello Aretino. Il nome di Lippo, proposto dai Paatz, è suggerito loro da una comunicazione orale di H. D. Gronau, che riconosceva negli affreschi la mano di un Maestro attivo nella decorazione a fresco della cappella della Passione (Nerli, poi Alamanni scheda 13815) eseguiti secondo fonti settecentesche (vedi Procacci 1932) da un giovane di nome Lippo. Anche il Bellosi e la Padovani ritengono della stessa mano parte degli affreschi della Cappella della Passione e il ciclo di S. Cecilia. La Padovani inoltre propone di assegnare quest'ultima opera al corpus dello Pseudo-Ambrogio di Baldese, personalità individuata dal van Marle che il Pudelko propose di identificare con Bonaiuto di Giovanni e la Padovani con Lippo d'Andrea o Lippo di Corso. Anche il Boskovits assegna il nostro ciclo a Lippo, che suggerisce di identificare con Lippo d'Andrea, pittore nato nel 1377. Per la datazione il "terminus post quem" è fornito dal 1394, anno in cui venne edificata la sacrestia (vedi campo "fonti manoscritte", Libro dei Padronati). Il ciclo è ispirato alla "Passio" di Santa Cecilia, scritta intorno al 500. La identificazione iconografica degli episodi come storie di Santa Caterina (Sirèn) e storie di Santa Lucia (Bellosi, Padovani) è pertanto errata. La faccia inferiore della parete di fondo, ora in parte bianca e in parte occupata da un affresco settecentesco, doveva in origine essere decorata con altri due episodi della vita della santa, e percisamente con la `Condanna a morte di Cecilia' e il `Martirio di Cecilia', come si deduce dalle iscrizioni superstiti sopra le riquadrature marmoree (vedi campo iscrizioni)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900281110-8
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
- DATA DI COMPILAZIONE 1988
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2000
2006
- ISCRIZIONI base del riquadro - HIC DISPE(N)SATIS FACULTATIBUS S(AN)C(T)A CECILIA AB APPARITIORIB(US) TENETUR: QUIBUS DEDIT IN VIA SALUTIS AC FIDEI MONITA. ET SIC ULTRA CCCC PROMISCUI SEXUS, (CON)DITIO(N)IS, ET ETATIS INDUXIT AD BAPTISMU(M) AB URBANO COLLATUM - caratteri gotici - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0