decorazione architettonica, complesso decorativo - bottega fiorentina (sec. XV)

decorazione architettonica, ca 1470 - 1472

Stipiti; lesene; imbotte; doppio arco; arco ribassato; colonna divisoria; architrave; trabeazione; mensola; lunetta

  • OGGETTO decorazione architettonica
  • AMBITO CULTURALE Bottega Fiorentina
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Michelozzo
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Come era in uso, la facciata qui documentata con l'iscrizione nel portale e nella bifora, fu l'ultima parte della chiesa ad essere eseguita. Non si conoscono gli scalpellini che vi lavorarono, nonostante siano specificati nei documenti della chiesa vari nomi, tutti presenti anche in altre 'fabbriche' di Michelozzo:Zanobi di Luca, Francesco di Meo, Mechero (Domenico) di Piero di Bertino (che con il padre era stato con Brunelleschi), Taddeo di Simone da Settignano, e Giovanni di Bertino,uno dei più abili scqalpellini del tempo, a cui si potrebbe avvicinare l'esecuzione del bel portale. Documentate sono invece le notizie relative alla muratura della facciata. Accanto al capomastro Giovanni Ciaini da Monteacuto, subentrato nel 1464 ad Andrea Gieri, morto in quell'anno, vi lavorarono Lorenzo di Filippo e Sandro di Dardo nel 1471 (Poggi). Il 22 dicembre 1472 fu pagato un tal Carlo manovale, per 'comprare una cresta per rompere la faccia' (Ferrara/Quinterio). La posizione generale della critica che a partire dal Chiappelli (1920) fino agli anni Settanta, avvicinava il complesso di Monteoliveto a Michelozzo di Bartolomeo (c. 1396-1472), è ormai decisamente mutata, poichè i documenti pubblicati a stralci da Poggi (1903) e rivisitati nella monografia di Ferrara e Quinterio (1984), non ne ricordano mai il nome. E' da accettare il fatto che anche la parte progettuale del nuovo complesso, comprendente il convento, con i relativi ambienti annessi nel 1454, fu affidata dai monaci olivetani a maestranze locali, benchè altamente qualificate, che riproposero modelli di grande prestigio a cui avevano loro stessi lavorato in precedenza. Ad esempio il campanile fu realizzato su proprio progetto da Mechero di Piero nel 1468. Si ricorda che nella ristrutturazione intervenne finanziariamente Cosimo il Vecchio de' Medici con un lascito non indifferente, per il quale fu ringraziato dal padre priore in una lettera non datata pubblicata da Fraser Jenkins. La somma non fu sicuramente rilevante al punto di dar diritto ai Medici di porvi la propria impresa come in altri ambienti conventuali. La pietra da scalpello utilizzata nella chiesa proviene direttamente dalle cave della stessa collina, di proprietà dei monacio, date in concessione a numerosi cavaioli che fornirono materiale da decorazione anche per la chiesa di Santo Spirito. Particolarità di questa pietra 'bigia' era la minor resistenza rispetto alla pietra forte (Quinterio, 1978). Le notizie storiche più precise e dettagliate sulla chiesa le forniscono Moreni e Poggi, tuttavia le loro versioni non coincidono completamente. Nel 1297 sisteva un romitorio sulla collina di Montebene. In quell'anno Corteccione di Giovanni Rustici (o Bostichi secondo Poggi) donò delle case e il terreno annesso a tall frate Giovanni di Lippo Antinori per fondarvi una nuova confraternita. L'oratorio che al tempo si chiamava S. Maria del Castagno, fu ulteriormente ceduto nel 1334 ai monaci olivetani, in specie a frate Innocenzo di Ser Domenico da Torrita (Siena), vicario di Bernardo Tolomei, fondatore del nuovo ordine, al tempo ancora vivente. Nel 1340 (e non nel 1337 come ricorda Poggi), il 3 maggio, Bartolo di Capponcino Capponi, donòulteriori terreni di monaci, con l'obbligo di costruirvi una nuova chiesa dedicata appunto a S.Bartolomeo, la cui costruzione era già avviata nel 1352, con le sovvenzioni della misericordia di San Giovanni e della Compagnia di Orsanmichele. Altre notizie su questo ambiente non si conoscono. La chiesa attuale e il convento furono notevolmente danneggiati durante l'assedio mediceo alla città del 1529-30. Il complesso fu sempre strettamente legato alla cultura ufficiale: fra gli altri ospitò Don Miniato Pitti, amico intimo di Vasari e Stefano Bonsignori, cartografo di Cosimo I
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900281100-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1988
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • ISCRIZIONI sopra la bifora - ERECTVM/ ANNO/ SALVTIS/ MCCCCLXXII - lettere capitali - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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