profeta

statuetta, 1340-1360

Statua

  • OGGETTO statuetta
  • MATERIA E TECNICA Marmo
  • AMBITO CULTURALE Bottega Pisana
  • LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nell'inventario del Lasinio del 1833 non è riportata la provenienza dell'opera attestata in Camposanto tra 1812( DA MORRONA) e 1829 (ROSINI); viene posta nel corridoio sud sopra il sarcofago romano allora segnato n. VI , collocato sotto "La traslazione dei corpi dei SS. Efisio e Potito". Qui è rimasta fino al 1935 quando passa nel Museo dell'Opera e successivamente restò nei depositi una volta smantellato quest'ultimo. Dal 1986 è nel Muse o Nazionale di S. Matteo. La figura è acefala con lunga veste fermata in vita ed ampio mantello. Il retro non è appena sbozzato, come riferisce il Papini (1912-31), ma ben modellato e il panneggio si articola con sicuri riferimenti giovanneschi; vi si scorge il buco del perno che doveva sorreggerla. Nella destra regge un rotulo spiegato fino a terra, ma spezzato in basso. Appena citata dal Lasinio (1833) insieme alla statuetta seguente, la figura è individuata come un Profeta dal Grassi (1837) che ritiene provenga "dal distrutto pulpito del nostro Duomo prima del bruciamento". Ma l'opinione, che certo allude al pulpito di Giovanni allora smembrato, appare congetturale, anche se indica forse il riconoscimento di alcuni caratteri formali della figura. Il Papini (cit.) la classifica come Apostolo e ritiene che le forme secche e la contorsione del corpo l'avvicinino ai rilievi del pulpito di S. Michele in Borgo. Sia in questa sede che successivamente (PAPINI1915) la figura è riconosciuta coerente alle tre seguenti e ritenuta parte dello stesso complesso. Nel secondo intervento si riferisce inoltre allo stesso gruppo di aiuti , di discepoli diretti di Giovanni cui si riconducono anche indifferentemente la formella oggi attribuita a Tino (09/00235644) e i due frammenti di leggii (09/00235643 e 09/00235660). Anche il Carli (1935) associa questa figura a quella seguente, e ritiene entrambi eseguite dalla bottega di Giovanni. Recentemente, grazie al ritrovamento d i una corrispondenza del Lasinio del 1818 (BURRESI 1990), l'opera è stata collegata alla chiesa di S. Maria della Spina di cui pare aver costituito , con le tre figurine seguenti, culturalmente del tutto omogenee, il coronamento dei timpani della galleria meridionale. Tale galleria, che contiene le statue degli Apostoli ai lati di un Cristo benedicente di sostituzione moderna, può essere stata eseguita, a mio avviso per celebrare l'arrivo n ella chiesetta di una reliquia con una spina ritenuta della corona di Cristo verso il 1333 , integrando il progetto di ampliamento dell'edificio, seguito alla perizia del 1322, a cui aveva partecipato Lupo di Francesco, e l'autorizzazione a eseguirlo del 1325 (BURRESI cit.). La galleria è infatti caratterizzata dalla presenza di una maestranza in cui almeno due scultori di diversa capacità eseguono, utilizzando modelli di Giovanni, le sta tue maggiori; un altro scultore esegue le piccole protomi del loggiato dai volti sottili e ruotanti sui colli allungati tra il fogliame (BURRESI cit. pp.59-87) e le testine sottostanti i pinnacoli: il suo fare si avvicina notevolmente a quel Cecco di Lupo, figlio forse di Lupo di Francesco , che opera, intorno a quegli anni, nel duomo di Lucca alle protomi della zona absidale (BARACCHINI-CALECA 1973, p.28 e fig. 298). Tale circostanza potrebbe sostenere l'ipotesi di una presenza di Lupo di Francesco anche nella realizzazione dell'ampliamento, oltre che nella sua progettazione o verifica di fattibilità, e nell'ideazione e parziale esecuzione di questa serie scultorea (BURRESI cit., pp.30- 31). Un altro scultore, forse presente anche nei capitelli (BURRESI, cit. p.83), avrebbe eseguito le figurine di Pro feti (e altro) delle cuspidi dei timpani qui esaminate (09/00235657- 09/00235660). Sarà da verificare dopo il restauro delle sculture della galleria , se l'autore di queste figurine coincida, come parrebbe, con lo scultore che ha eseguito le parti qualitativamente più alte della serie degli Apostoli. La costruzione per angolazioni contrapposte e la tipologia dei panneggi e dei volti paiono infatti accostare le figurine in esame alle sei statue degli Apostoli più vicine al Cristo e di più alta qualità
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900235657
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale di San Matteo - Pisa
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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