sacrificio di Elia sul monte Carmelo

dipinto, 1600 - 1600

n.p

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Barbatelli Bernardino Detto Il Poccetti (1548/ 1612)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'affresco, incorniciato da una finta architettura dipinta consistente in due colonne laterali e un basamento, raffigura il momento culminante del trionfo di Elia sui profeti di Baal. Infatti, mentre questi, che sono raffigurati intorno ad un altare spento sulla destra, avevano invocato invano il loro dio di accendere il fuoco del sacrificio, Elia inginocchiato davanti alla sua ara ottiene da Dio l'accensione del fuoco. Intorno ad Elia è raffigurato il popolo di Israele e dietro a lui il Re Acab. In primo piano altri spettatori fra i quali due donne in abiti moderni con bimbo, tre giovani seduti e sull'estrema destra uno dei profeti di Baal, che per invocare il suo dio si ferisce con un coltello. I colori dell'affresco in origine forse molto vivaci hanno subito col tempo un abbassamento di tono. L'affresco si trova sulla parete laterale di una cappella nel secondo chiostro del convento (attualmente questa parte del complesso fa parte dell'Albergo Popolare), ma in origine il dipinto doveva essere all'aperto in quanto la cappella è stata ricavata successivamente con la chiusura di questo lato del chiostro. Infatti il Bocchi-Cinelli, che per primo citala lunetta, scrive: 'nel secondo chiostro è nella testata dipinto un Sacrificio di Elia...molto stimato'. Anche il Richa e le altre guide successive ripetono questa ubicazione, mentre il Santi Mattei scrive che l'affresco fu murato, per ragioni di migliore conservazione, senza specificare ulteriormente, ma intendendo forse che fu chiuso questo lato del chiostro. L'affresco fa preciso riferimento al passo della Bibbia (Libro dei Re 18, 19-23) citato nel cartiglio della chiave di volta e dal quale è pure tratta l'iscrizone che è l'esclamazione del popolo d'Israele quando si incendia l'ara di Elia e viene così dimostrato che il vero Dio è il Signore e non Baal. La scritta significa infatti 'E' il Signore il vero Dio, è il Signore il vero Dio'. Siccome il popolo di Israele aveva abbandonato la fede nel Signore per seguire i profeti di Baal, Elia sfida i seguaci del nuovo Dio: se essi fossero riusciti a far accendere il loro sacrificio solamente con la forza dell'invocazione a Baal, il vero Dio sarebbe stato il loro, se questo fosse successo ad Elia il vero Dio sarebbe stato il Signore. L'affresco, stimato nella letteratura antica, colpisce soprattutto per la capacità narrativa del pittore e per la moltitudine delle figure e la vivacità delle espressioni. Il Santi Mattei dice anche che nella donna in primo piano a sinistra vicino al bambino è da riconoscere la moglie del pittore. La data 1600 sull'anfora pone l'affresco fra le opere della maturità dell'artista, quando decorava anche la cappella del Giglio in S. Maria Maddalena dei Pazzi, alla quale questo dipinto è vicino oltre che stilisticamente anche per certi tipi facciali
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900227911
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI a destra, sull'anfora - BE(rnardi)NO PO(ccet)TI PI(nxit)/ 1600 - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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