reliquiario - a croce di Merlini Cosimo (sec. XVII)
reliquiario a croce,
1618 - 1618
Merlini Cosimo (1580/ 1641)
1580/ 1641
La croce poggia su un piedistallo rettangolare modanato, sopra cui è collocato il piede della croce. La croce vera e propria presenta una struttura a profilo sagomato decorata con smalti policromi e gemme incastonate e collocate sull'esterno del bordo. Le quattro formelle dell'estremità, entro cui sono collocate le reliquie, presentano, ciascuna, tre teste di cherubini. All'incontro dei tre bracci entro una cornice circolare decorata con un'alternanza di perle e pietre si trova la reliquia del sacro legno, legata pur essa in oro e con cammeo da un lato e sull'altro con uno smalto. All'interno del braccio minore e di quello maggiore della croce, protette da una teca di cristallo, si trovano altre reliquie
- OGGETTO reliquiario a croce
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MATERIA E TECNICA
gemma
CRISTALLO
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MISURE
Altezza: 174 cm
Larghezza: 130 cm
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ATTRIBUZIONI
Merlini Cosimo (1580/ 1641)
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Grazie alle recenti scoperte di archivio, condotte dalla Fock, è stato possibile rintracciare nel Guardaroba mediceo un documento fondamentale relativo alla croce della Passione del museo dell'Opera del Duomo. Esso, datato 14 settembre 1618, ci mette al corrente dell'avvenuta esecuzione di una "croce di piastra d'oro alta b. 11/2 tutta cesellata smaltata" eseguita da Cosimo Merlini. Oltre ad una descrizione minutissima dell'oggetto sulla pagina di fronte alla notizia precedente è annotato, con la stessa data il ritiro della croce "donatasi alla opera di Santa Maria del Fiore per mettevi il legnio della Sant.ma croce(..)". siamo anche informati sul costo totale dell'opera che è di 2000 scudi. L'importanza di questa esaustiva documentazione, non solo chiarisce definitivamente una serie di punti oscuri, tra cui l'identità dell'esecutore dell'opera, esposti dalla critica precedente, ma anche corregge la datazione della sua esecuzione incisa sulla stessa croce. Mentre la data collocata sul piedistallo interno della croce è 1620, quella attestata sul documento del Guardaroba sposta la sua esecuzione due anni prima. Della preziosissima Relazione delle Sante Reliquie fatta nel 1615 dal vescovo di Cortona Cosimo Minerbetti a Cosimo II (pubblicata in Cionacci, 1685 e ripresa dal Richa), si ricava che era già stato eseguito un modello o un disegno della croce, voluta da Cosimo II che avrebbe contenuto alcune importanti reliquie del Duomo tra cui un pezzo della croce del legno di Nostro Signore, portata a Firenze da Costantinopoli nel 1454, in seguito alla vittoria con i turchi da Marco Castranselmo. Si citano anche altre reliquie da collocare nella croce pervenute a Firenze grazie all'abate don Federico Chiaromonte che le donò nel 1439 alla Metropolitana Fiorentina. Nella visita pastorale del 1633, eseguita dall'arcivescovo Niccolini, la croce, appena nominata nella relazione del 1615, viene descritta assieme alle sue reliquie. Nel 1684 il Del Migliore parla nuovamente della reliquia del Legno della Croce collocata "in un ricchissimo reliquiario di gioie a foggia di croce che è quella che lasciò Maria Maddalena l'Arciduchessa di Toscana". L'opera, collocata nella terza tribuna in testa della cappella della Croce, veniva esposta in due solennità: in occasione dell'Invenzione e dell'Esaltazione della Croce. Il Richa (1757), riporta le notizie relative alla croce della Passione già presenti nel Del Migliore e nel Cionacci. Dal testo del Cocchi (1901), nel quale si riportano molto sommariamente le solite notizie sulla croce, si ricava invece, la dettagliatissima relazione di restauro compiuto dall'orafo Bernardo Holzmann nel 1700, data incisa anche in quell'occasione sul piedistallo dell'opera. La relazione si riferisce più precisamente alla traslazione delle reliquie momentaneamente collocate in un cassetto durante il restauro menzionando inoltre, tutte le pietre preziose della croce, senza per altro far riferimento alle precise operazioni di consolidamento. Il Paatz (1954) è l'unico a darci, dopo un lungo lasso di tempo, notizie sulla croce della Passione. L'opera, ancora collocata nella Tribuna nord della cappella sinistra del Duomo, si trovava in un grande tabernacolo di marmo; essa è attribuita con punto interrogativo, al primo quarto del secolo XVII. Soltanto con la scheda della Becherucci (1969-70) è possibile ripercorrere con grande accuratezza la storia critica e documentaria dell'opera. La studiosa, pur non essendo a conoscenza dell'importante documento del Guardaroba, riesce ad individuare con molta abilità l'ambito di esecuzione dell'opera. Citando i testi relativi al prezioso oggetto del tesoro del Duomo rintraccia con estrema precisione le reliquie in esso contenute e attribuisce le due più importanti . "la croce gemmata del piano superiore", contenente le reliquie della Passione e il "sacro Legno in quello centrale", a manifattura bizantina dello XI o XII secolo. Riguardo all'esecuzione della croce vera e propria la Becherucci fa riferimento all'ambito delle officine granducali. In particolare la studiosa sembra di scorgere delle affinità molto profonde tra "il fine disegno della croce, il suo aereo alternarsi di cristalli e di sottili incorniciature di smalti, la loro delicata policromia avvivata dalle grandi gemme" con le rilegature del vaso di cristallo di rocca attribuito dalla Piacenti a Odoardo Vallet, orafo fiammingo presso la corte del Granduca. L'attribuzione compiuta dalla Becherucci centra in pieno l'ambito di esecuzione dell'opera, successivamente ristretto al nome di Cosimo Merlini dal documento della Fock pubblicato nel 1972. Tale importante scoperta è inserita in un saggio teso a gettare nuova luce sugli orafi operanti alla corte del Granduca Cosimo II. Tra questi emerge la figura di Cosimo Merlini, attivo nelle officine già nel 1614, che alla morte del Vallet nel 1621 diviene, assieme al Falchi, l'orafo più importante. (continua in osservazioni)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900227645
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI sul piedistallo - 1620 - a incisione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0