Leggenda della Croce e Santi. leggenda della Vera Croce

dipinto,

le scene dell'affresco sono divise da fasce decorate a racemi e a figure geometriche. Lo zoccolo che gira intorno alle pareti è a finta incrostazioni marmoree. Gli sguanci delle due finestre lungo la parete destra della navata sono decorati a racemi e a medaglioni conteneti busti di angeli, (forse rifatti nel restauro del 1895).La leggenda della Croce comprende la prima campata, e parete sinistra della seconda. Le scene rappresentate e analizzate riguaradano gli episodi della morte di Adamo, l'adorazione del legno e del sotteramento della Croce, nell'intradosso dell'arco divisorio troviamo le dieci figure di Santi e profeti ritratti entro medaglioni. Nella volta della prima campata troviamo rappresentati gli Evangelisti, S. Marco, S. Matteo, S. Luca, S. Giovanni, nella volta della seconda campata troviamo, S. Antonio da Padova; S. Francesco D'assisi; Ludovico di Tolosa

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Cenni Di Francesco Di Ser Cenni (notizie 1369-1415)
  • LOCALIZZAZIONE Volterra (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gli affreschi sono stati posti unanimamente in relazione al ciclo della leggenda della Croce eseguito da Agnolo Gaddi nel soro di S.croce a Firenze: il ciclo di Volterra infatti, costituisce una puntuale rilettura dell'opera del Gaddi, secondo le traiettorie di uno studio che giunge fino all'aperta citazione. Dopo esordi orcagneschi e affini ai modi di Giovanni da Milano e di Giovanni del Biondo, agli inizi del Quattrocento il Cenni si rivela effettivamente influenzato dal Gaddi,sebbene denunci nell'accentuato interesse per le impaginazioni scenografiche pure certi prestiti da Spinello Aretino. Negli affreschi di Volterra, inoltre emerge un gusto per i moduli realistici e narrativi che efficacemente giustifica l'interpretazione data alla matura attività di Cenni come tesa a diffondere in Toscana i modi del linguaggio del Gotico internazionale. Occore infine ricordare che, secondo la Djleger, le storie volterrane di Cenni sono state forse realizzate sopra un precedente ciclo di affreschi, composti da un ignoto pittore intorno al 1360. Come da iscrizione posta nello zoccolo della scena della strage, gli affreschi in oggetto furono eseguiti per Giusto Guidi e Giovanni D'Ottaviano Corsini, commissari della Compagnia della Croce. Come sostiene lo Djleger, la cappella fu eretta con tutta probabilità per contenere alcune relique della Croce di Cristo, secondo l'affermarsi di un culto locale che portò ben presto alla formazione di una Compagnia atta a sorvegliare e a promuovere il culto delle stesse. La compagnia cosi composta ha poi esercitato il patronato sulla Cappella fino alle soppressioni per poi passare sottto il diretto patrocinio della famiglia Guidi.Inoltre lo Djleger ricorda due probabili restauri subiti dalla Cappella nel 1512 e nel 1679, forseeseguiti alla scopo di rimediare ai danni provocati sui freschi dall'umidità.L'unico restauro documentato è comunque quello del 1895, commissionato dai fratelli Guido e Fabio Guidi ed operato da Dario Chini.Come ricorda la Djleger questi restauri consistettero nella salvaguardia degli affreschi del 1410 che si erano ben mantenuti, mentre le parti rovinate vennero lasciate nelle condizioni in cui si trovavano; i punti dove mancava l'intonaco furono riempiti con componenti cromatiche neutre, e soltanto le fasce di cornice a "buon fresco" vennero completate. Tuttavia l'opera di restauro pare abbia avuto una funzione integrativa: ciò si desume sopratttutto dai particolleggiati elementi architettonici che fanno da sfondo, i cui i colori applicati a secco, difficilmennte possono essere originali. La studiosa notava infine anche i medaglioni con Santi e Profeti posti nell'intradosso dell'arco tra le due campate siano stati probabilmente rifatti completamente nel corso di quei restauri
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900211468-1
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 1987
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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