L'Assunta porge la cintola a San Tommaso. L'Assunta porge la cintola a San Tommaso

dipinto,

Dipinto

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Dei Pietro Detto Bartolomeo Della Gatta (1448/ 1502)
  • LOCALIZZAZIONE Cortona (AR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il grande dipinto, erroneamente identificato nell'Assunta menzionata dal Vasari in Sant'Aqostino di Arezzo, si trovava in origine nella Chiesa Benedettina delle Contesse di Cortona, per le quali in realtà venne presumibilmente eseguito. Dopo il 1788 l'opera, donata da un frate al convento di San Domenico, come ci informa il Della Cella, occupato già a quel tempo dai Padri Serviti, subì dei mutamenti tra cui la ridipintura dei due Santi benedettini, San Benedetto e Santa Scolastica,che, ricordati dal Sernini-Cucciatti nel 1745, furono trasformati nei Santi Serviti Filippo Benizzi e Giuliana Falconieri. Inoltre per essere inserita in un enorme altare barocco, trasferito in pieno Ottocento nella Chiesa suburbana di San Lorenzo, la tela venne ampliata con l'aggiunta di due fasce laterali e di una grande centina in alto, su cui fu dipinta una fitta schiera di angioletti. Alcuni saggi di pulitura, eseguiti nel 1970 in occasione della Mostra "Arte in Valdichiana", e successivamente un restauro completo hanno permesso attualmente di recuperare la preziosa luminosità dell'opera e di goderne la qualità suprema. Infatti, secondo quanto afferma A.M. Maetzke, "Non sì troverà più nei dipinti conservati una così ampia gamma di colori puri e squillanti nella luce limpida di evidente origine pierfrancescana, capace di esaltarne le sottili trasparenze e le calde tonalità impreziosite dalle lumeggiature a oro. "Nell'Assunta, appaiono inoltre rinvenibili gli echi dell'esperienza giovanile che il pittore ebbe nel la bottega del Verrocchio, nonchè l'influsso degli stretti rapporti avuti con la prima attività del Perugino, artista a cui fu persino inizialmente attribuita l'opera dallo stesso Longhi. "Questi contatti sembrano particolarmente evidenti con la "Madoma tra due angeli" della National Gallery di Londra, e con le "Storie di S. Bernardino" della Galleria di Perugia, come ha notato il Martini,...". La notevole affinità stilistica del nostro dipinto con queste tavolette, realizzate dal Perugino nel l473, sollecita a considerarne la contemporaneità. "Va quindi confermata-continua A.M. Maetzke, -la datazione entro gli anni '70 sostenuta dal Bellosi per questa che è senza dubbio l'opera di maggiore impegno e di più alta qualità tra tutte quelle, pur no- tevolissime, che ci sono rimaste del pittore camaldolese"
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900198775
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici Paesaggistici Storici Artistici ed Etnoantropologici di Arezzo
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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