opere di misericordia: dotare le fanciulle povere
dipinto
1480 - 1480
Lunetta affrescata raffigurante un'opera di misericordia compiuta dai Buonomini, il dotare le fanciulle bisognose. La scena si svolge all'aperto, sullo sfondo un paesaggio campestre: in primo piano, disposti a fregio sono varie persone che assistono al fidanzamento dei due giovani centrali. Mentre l'uomo infila l'anello alla ragazza, uno dei Buonomini gli porge nell'altra mano del denaro simbolico, rappresentante la dote, mentre alle spalle dell'uomo un altro dei Buonomini prende nota dell'accaduto su un foglio. Ad accrescere le festosità della scena, molti e vivaci colori usati, verde l'abito dello sposo, rossa la sposa, presenti in viola e giallo: soltanto i Buonomini presenti hanno, come di consueto, abiti rossi e neri
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura a fresco
- AMBITO CULTURALE Ambito Fiorentino
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Come in tutti gli affreschi di questa serie, colpisce il tono familiare, quotidiano che circola nel racconto, dovuto alla semplicità e all'essenzialità della narrazione. Qui, ad esempio, il rito del finanziamento non è affatto turbato dalla presenza dei Buonomini, che nel loro severo abito congregazionale assistono alla cerimonia, uno registrando l'impegno preso dal giovane sposo, l'altro mettendogli addirittura in mano la dote della promessa, con un gesto segreto, visibile solo al devoto spettatore che viene così informato delle attività caritatevoli e discrete della Compagnia. Dato che questi affreschi illustrano, come detto, gli impegni essenziali dei Buonomini stabiliti dai Capitoli di fondazione, è logico pensare siano stati eseguiti nel periodo 1478-81, quando fu costruito l'Oratorio restaurando alcuni locali annessi alla chiesa di San Martino. A quegli anni rimanda anche lo stile dei dipinti, analogo a quello che con tanta maggiore maestria Domenico del Ghirlandaio dispiegava contemporaneamente su molte chiese chiesastiche. Infatti proprie al Ghirlandaio e alla sua bottega sono stati in passato attribuiti gli affreschi (Rosselli Sassatelli del Turco) e più volte è stato fatto il nome specifico di David del Ghirlandaio (Ulmann, Geza de Francovich, Van Marle, Berenson, Garzelli). Fra le attribuzioni avanzate, accantonando i nomi improbabili di Filippini Lippi (F. Van Rumohr e G. Milanesi) e di Raffaello del Garbo (Crowe - Cavalcaselle) per le vistose divergenze stilistiche dal loro corpus sicuro, mi sembra interessante l'avvicinamento proposto dal Bisignani all'attività di Francesco Botticini, pittore fiorentino che, partito dalle botteghe del Pollaiolo del Verrocchio avendo per compagni il Ghirlandaio, Leonardo e Perugino, Biagio d'Antonio, Bartolomeo della Gatta, si accosta con decisione, intorno al '70, ai modi del Botticelli, arricchendoli con derivazioni fiamminghe e ghirlandaiesche che avvicinano la sua attività ultima a quella di Filippino Lippi. Nel nostro affresco troviamo molto caratteri espressivi propri del Botticini, non solo le generiche componenti stilistiche prima elencate, ma anche stringenti assonanze nella costruzione anatomica delle figure, dagli arti lunghi, legnosi e in pose impacciate, nelle fisionomie dai ratti marcati e dalle espressioni severe, nell'impaginazione prospettica ribaltate verso lo spettatore. Se dunque il Botticini sembra presente nell'ideazione del ciclo, nell'esecuzione si dovrà ammettere la presenza di diversi collaboratori, a cui si devono le disparità qualitative e stilistiche presenti negli affreschi
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900196499
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0