dipinto di Stanzione Massimo (prima metà XVII)
dipinto
post 1645 - post 1645
Stanzione Massimo (1585 Ca./ 1656)
1585 ca./ 1656
Dipinto raffigurante la Annunciazione. La Vergine, con abito di colore rosso, manto azzurro e velo bianco, è rappresentata sul lato sinistro del dipinto, con la mano destra appoggiata al petto, come a sostenere il velo che le scende dal capo e la sinistra rivolta in basso, mentre si genuflette davanti al libro posto sull'inginocchiatoio; sul pavimento, di fronte alla Madonna, è un vaso di fiori policromi mentre in alto, a sinistra, l'arcangelo Gabriele, in veste giallo-ocra, con un giglio nella mano destra, reca a Maria l'annuncio della sua elezione a madre di Dio raffigurato nella colomba che indica nella luce del cielo tra i cherubini
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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MISURE
Altezza: 210 cm
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ATTRIBUZIONI
Stanzione Massimo (1585 Ca./ 1656)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Deposito diocesano di Santo Stefano al Ponte
- LOCALIZZAZIONE Chiesa dei SS. Stefano e Cecilia al Ponte
- INDIRIZZO Piazza Santo Stefano, 5, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è da identificarsi, quasi sicuramente, con quello di analogo soggetto visto nella chiesa di S. Romolo, poi soppressa, e attribuito a Monanno Monanni dal Richa (1754). Tale attribuzione sarà poi ripresa nel 1953 dal Paatz. Dopo il Richa l'opera non è ricordata dalle vecchie guide ad eccezione del Cambiagi (1965). Assegnata alla scuola del Cigoli dal Gamba nel 1914 (Cfr. scheda ministeriale 1914, n. 16) il dipinto, quando si trovava nei depositi delle Gallerie Fiorentine, venne successivamente assegnato dallo stesso studioso, per il suo stile non fiorentino, ad un pittore affine ai modi dello Stanzione. L'intuizione del Gamba ripresa da Luciano Berti che in una scheda sul dipinto pubblicata nel 1953 puntualizza l'attribuzione allo Stanzione, anche in particolare in relazione alla sigla apposta dall'artista sul gradino dell'inginocchiatoio della Vergine. Merito di Berti è anche di aver ripercorso le vicende attributive e storiche di quest'opera dalle antiche fonti alla data della sua pubblicazione. Dal punto di vista stilistico il Berti effettua il confronto con il S. Bruno dello stesso autore conservato alla Pinacoteca di Napoli e con l'Annunciazione, già collezione Galante a Napoli, nella quale si nota l'influsso di Artemisia Gentileschi, mentre questa fiorentina richiama piuttosto lo stile del Battistero e del Cavallino specialmente visibile, quest'ultimo, nell'angelo. La natura morta, costituita dal vaso di fiori, sulla sinistra del dipinto in basso, è una citazione di arte fiamminga ricorrente nella pittura napoletana della prima metà del Seicento. Nel catalogo della mostra londinese del 1982 e successive edizioni, quest'opera non viene ricordata neppure nella biografia del pittore (Cfr. La pittura napoletana da Caravaggio a Luca Giordano, Catalogo della mostra, ed. italiana, 1983). In occasione della mostra napoletana del 1984 l'Annunciazione di Santo Stefano al Ponte è ricordata nel catalogo, in un gruppo di altre opere capitali dello Stanzione eseguito dopo il 1645 che appartengono, pertanto, alla maturità dell'artista
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900194885
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- DATA DI COMPILAZIONE 1988
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2023
- ISCRIZIONI sul gradino dell'inginocchiatoio - EQ. MX.F - capitale - a pennello -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0