figure allegoriche femminili
dipinto murale,
1855 - 1855
Gatti Annibale (1828/ 1909)
1828/ 1909
Affresco su muro entro una finta cornice ottagonale dipinta e decorata a foglie d'acanto e a sua volta inserito entro una cornice rettangolare
- OGGETTO dipinto murale
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ATTRIBUZIONI
Gatti Annibale (1828/ 1909)
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'affresco è inedito e rappresenta i caratteri stilistici dell'ambiente accademico fiorentino della metà dell'Ottocento. Vicino compositivamente e tipologicamente alle opere della corrente purista toscana, il nostro dipinto presenta inoltre citazioni dalla pittura "nazzarena" quest'ultima visibile specialmente nelle due figure allegoriche della Poesia e della Musica che sono una chiara ripresa della pittura umbra del Quattrocento. Il dipinto sembra anche ispirarsi nel disegno di un certo rigore stilistico alle opere del pittore purista Luigi Mussini (Berlino 1813 - Siena 1888), quali ad esempio la Musica Sacra del 1841 e Eudoro e Cimodoce del 1855 conservate alla Galleria d'Arte Moderna di Firenze. Potrebbe trattarsi di un'opera del pittore forlinese Annibale Gatti (Forlì 1828 - Firenze 1909) eseguita durante la sua attività giovanile, di cui per altro non possiamo citare al momento altri esempi a confronto. Questa supposizione viene suggerita da un ricordo che si legge negli appunti autobiografici senza data lasciatici dal Gatti e resi noti postumi in occasione di una mostra retrospettiva dedicatagli nel 1928. Il pittore ci informa che dopo il 1855 ebbe varie "commissioni" di affreschi di una certa importanza in casa Ponitosky Giuntini e Antinori, più altri affreschi in case di ricchi borghesi". Questi ricordi autobiografici scritti dal "Gatti" alla fine della sua vita presentano però alcune inesattezze per la troppa genericità delle varie citazioni come nel caso delle due distinte committenze Ponitosky e Giuntini che sono invece da considerarsi un'unica cosa dal momento che intorno al 1855, quando il Gatti riferisce di aver dipinto un palazzo Ponitosky, questo apparteneva già da alcuni anni ai Giuntini (cfr. L. Ginori Lisci, I palazzi di Firenze, vol. I, pp. 393-394, 399). Il nome Giuntini potrebbe riferirsi allora alla committenza per l'affresco del nostro palazzo di Valfonda se non fosse stato questo edificio verso il 1855 - periodo in cui si può collocare per i suoi caratteri stilistici il nostro affresco - ancora di proprietà della famiglia Orsini di Orbessano Orloff. Diverrà proprietà Giuntini solamente dal 1886 e forse al momento in cui scrisse le sue memorie potrà di nuovo aver fatto confusione. Il nostro affresco come è già stato detto è riferibile agli anni immediatamente precedenti il periodo di maggior fortuna del pittore, documentato dopo il 1860. Il Gatti ricevette infatti numerosi incarichi sia per la decorazione dei soffitti a Firenze che per la realizzazione di sipari nei teatri di Pisa e del Cairo. Tra le opere più significative è interessante ricordare la decorazione della sala del trono negli appartamenti reali della Meridiana di Palazzo Pitti eseguita nel 1862 e che documenta la trasformazione stilistica del Gatti che, da pittore accademico e se vogliamo ancora legato a certi schemi dell'arte purista, come nel caso del nostro affresco, diverrà soprattutto un pittore di storia inserendosi anche se in ritardo nelle correnti del romanticismo storico. (per queste notizie sul pittore cfr. Catalogo della mostra, Romanticismo storico, Firenze, 1974, p. 373; Dizionario Enciclopedico dei pittori e degli incisori italiani, vol. V, Torino 1981, pp. 295-296)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900194854
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1988
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0