capitello, 1500 - 1549

Capitelli comporsito in pietra serena che nasce dalla fusione di tre stili ben distinti: tuscanio, dorico, corinzio; è composto nella parte inferiore da una modanatura curva priva di ogni forma di decorazione, sulla quale poggia una fascia formata da una successione di lamelle sovrastate da una modanatura a forma di cordone. La parte superiore è decorata da una serie di motivi a forma di fiore in rilievo e sormontata da una ornamentazione a fusarola dalla quale si diparte una successione di foglie d'acanto stilizzate che ornano l'echino; su di esso è appoggiato l'abaco decorato in alto da una cornice a motivi vegetali

  • OGGETTO capitello
  • MATERIA E TECNICA pietra serena
  • ATTRIBUZIONI Baccio D'agnolo (bottega)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le testimonianze documentarie relative agli interventi precedenti a Riccardo Romolo Riccardi che acquistò questo casino di Valfonda nel 1598, da Gianluigi Vitelli (cfr. Archivio di Stato di Firenze, Catasto Arroti, S. Giovanni, 1598, n. 303), si trovano principalmente nelle filze dell'Archivio privato della famiglia Bartolini Salimbeni e sono state in parte rese note da L. GINORI LISCI (cfr. voce Bibliografia). Non sappiamo la data precisa in cui Giovanni Bartolini dette incarico a Baccio d'Agnolo di trasformare in comoda dimora suburbana una serie di case a schiera che egli aveva precedentemente acquistata assieme ad alcuni appezzamenti di terreno. Il Vasari che parla diffusamente del palazzo eseguito da Baccio d'Agnolo per i Bartolini in Piazza S. Trinita, non fa il minimo accenno all'edificio di Valfonda accennando soltanto a molti disegni forniti dall'artista per il giardino del palazzo stesso. Scampato agli sventramenti effettuati per la costruzione della stazione ferroviaria, questo edificio conserva ancor oggi al suo interno, e nonostante le molte trasformazioni volute dai successivi proprietari parte delle strutture originarie dei primi anni del Cinquecento. La scoperta da parte di Leonardo Ginori Lisci, tra le carte dell'archivio privato dei Bartolini, di un pagamento in data 4 marzo 1516 a Baccio per "conto di un modello ma affare" ha indotto lo studioso a ritenere che si trattasse del progetto per la costruzione del Palazzo di Valfonda. L'esecuzione dell'edificio è generalmente riferita agli anni 1516-1523, lo stesso momento del palazzo di S. Trinita; questa datazione è confermata dalla presenza nei due edifici di elementi decorativi comuni, come ad esempio questi capitelli del cortile che ritornano anche all'interno di palazzo Bartolini. E' probabile che le stesse maestranze di scalpellini abbiano operato nello stesso periodo in entrambe le costruzioni. C'è da notare, inoltre, che questi capitelli di Valfonda sono tipologicamente simili ad altri che Baccio d'Agnolo aveva realizzato in edifici fiorentini costruiti o rinnovati sotto la sua direzione come palazzo Gerini e palazzo Taddeo in Via Ginori n. 15, entrambi eseguiti precedentemente tra il 1503 e il 1504
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900194831
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1988
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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