San Paolo

dipinto ca 1540 - ca 1560

Personaggi: San Paolo. Attributi: (San Paolo) spada

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Fiorentino
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavola, in pendant con quella raffigurante san Pietro (cfr. scheda n. 69), ha sul retro una inaccettabile attribuzione al Pontormo, non presa in considerazione neppure dal Marangoni nella sua schedatura del 1925 (cfr. bibliografia), dove ricorda questi due dipinti come "lavori di scuola fiorentina della metà del '500. I quadri, infatti, manifestano da parte dell'artista un'adesione al linguaggio formale della maniera evidente nei cangiantismi della veste, nella posa serpenti nata del san Pietro o in quella a contrapposto del san Paolo, che mi fa confermare la datazione proposta dallo studioso. L'ignoto pittore, che rivela una formazione del tutto fiorentina, deve avere guardato, oltre che fra' Bartolomeo e Andrea del Sarto, dai quali riprende la monumentalità della posa del san Paolo, soprattutto il Pontormo. Tale affinità con la pittura del Carucci si nota in particolare nei volti dagli occhi cerchiati. Anche l'eleganza delle mani con i diti medio e anulare accostati è un motivo frequente nella pittura di Jacopo che verrà ripreso da tutti gli artisti della maniera. Queste due tavole non sono facilmente attribuibili ad una precisa personalità perché se nei volti vi è qualche affinità con la ritrattistica del Salviati, che molto studiò il Carucci, le composte pose delle figure rimandano invece a pittori che, come il Brina o il Tosini, interpretano la maniera senza perdere di vista l'equilibrio compositivo dei maestri del primo Cinquecento fiorentino. Questi quadri, che si presentano oggi in brutto stato di conservazione, sono stati molto danneggiati durante l'ultima guerra (1940-1945). I due dipinti sono con tutta probabilità da identificare con le tavole centinate con cornice gialla raffiguranti san Pietro e san Paolo citate nell'inventario delle opere d'arte del monastero di Santa Verdiana scritto da Carlo Pini nel 1863 (cfr. bibliografia). I due quadri corrispondono, infatti, alla descrizione fatta dal compilatore del documento e nel caso del san Paolo l'opera presenta anche lo stesso numero di inventario. Quest'ultimo manca, invece, al san Pietro ma è probabile che si tratti di una semplice dimenticanza. Il trasferimento dei dipinti nel Monastero di Santa Marta sarebbe avvenuto in occasione della soppressione del convento nel 1866, quando le monache di Santa verdiana furono destinate a Montughi. Tale ipotesi è confermata dal fatto che queste tavole non sono le sole opere d'arte presenti a Santa Marta che avrebbero subito tale spostamento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900194122
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • ISCRIZIONI a sinistra in basso - 48 - corsivo -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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