testa di donna
scultura,
ca 1903 - ca 1903
Trentacoste Domenico (1856/ 1933)
1856/ 1933
N.P
- OGGETTO scultura
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ATTRIBUZIONI
Trentacoste Domenico (1856/ 1933)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria d'Arte Moderna
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
- INDIRIZZO P.zza Pitti 1, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Questa testa in gesso, con il suo pendant (scheda n. 28), faceva parte della decorazione figurativa del camino progettato da Trentacoste per la Sala Toscana alla V Esposizione Internazionale di Venezia (1903): oltre alle due teste medusee, collocate in cima ai pilatri laterali, il camino, che si riallacciava ai modelli rinascimentali, recava un frontone decorato col motivo del trifoglio, e con al centro tre nudi femminili in altorilievo (ripr. in V. Pica, "L'arte mondiale alla V Esposizione di Venezia", Bergamo 1903, p. 11); esposte alla Biennale nel modello in gesso, dovevano essere realizzate in vari materiali (marmo, bronzo, ceramica) ma ciò non avvenne, nonostante i tentativi fatti da Antonio Fradeletto, segretario della Biennale, per trovare i fondi necessari (cfr. lettera di A. Fradeletto a Trentacoste, Venezia, 2 aprile 1904 - GAM, Archivio Trentacoste, Racc. 5). Interessato alle arti decorative fin dal periodo francese (1880-1895), Trentacoste aveva iniziato a collaborare con l'Arte della ceramica di Galileo Chini fin dal 1898, esponendo a Torino nel 1902 (in questa occasione aveva modellato, sempre per un caminetto, due medaglioni in bronzo con teste femminili ridenti; cfr. in V. Pica, "L'arte decorativa all'Esposizione di Torino del 1902", Bergamo 1903, p. 351). Fece parte in seguito dei comitati per la decorazione della Sala Toscana alla Biennale di Venezia del 1903 e del 1905, e della sala di esposizione della dell'Arte Toscana a Firenze nel 1905, progettando personalmente decorazioni. Il camino esposto a Venezia nel 1903 destò da un lato vaste opposizioni, per il suo carattere giudicato troppo disadorno e monumentale, e non ben inserito nel resto della decorazione della sala (cfr. ad es. Mazzini Beduschi, "Arte contempoanea", Venezia 1903, pp. 85-86; V. Pica, op. cit., p. 39); dall'altro venne invece esaltato come massimo esempio della possibilità di unire armoniosamente "le forme classiche dei grandi camini del rinascimento toscano con la decorazione più ardita" ("Il Marzocco", 20 marzo 1903). Quest'ultimo giudizio nasceva dall'ambiente fiorentino del "Marzocco", in consonanza con gli ideali di "ritorno al rinascimento". Significativa la particolare ammirazione per le teste femminili nelle quali "la fusione dei due elementi - classico e moderno - forma la più altaespressione, in quelle linee severe delle forme e in quella fuga delle chiome - vera fuga di fiamme al vento" (ididem).La testa di Medusa, immagine della donna misteriosa e fatale, cara al simbolismo (e motivo diffuso anche in Italia, soprattutto nella grafica liberty del periodo) sembra riunire infatti i rimandi alla scultura antica alle suggestioni che potevano venire dal tardo preraffaellismo e in generale dall'arte simbolista. Il gesso fu donato alla GAM da Fernanda Ojetti, erede fiduciaria di Trentacoste, nel 1933
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900193131
- NUMERO D'INVENTARIO Giorn. 4330
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0