La preghiera. angelo
scultura,
ca 1895 - ca 1895
Trentacoste Domenico (1856/ 1933)
1856/ 1933
N.P
- OGGETTO scultura
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ATTRIBUZIONI
Trentacoste Domenico (1856/ 1933)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria d'Arte Moderna
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
- INDIRIZZO P.zza Pitti 1, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo bustino in gesso di un angelo dalle grandi ali costituisce il modello originale di uno degli elementi figurativi che formavano la decorazione del Reliquiario della Contessa di Rancy, commissionato a Trentacoste probabilmente ancora a Parigi, ma eseguito a Firenze nel 1895 (cfr. G. Uzielli, "Artisti contemporanei: Domenico Trentacoste", in "Emporium", aprile 1899, pp. 251, 253, 259; GAM, Archivio Trentacoste, Racc. 5, ins. 8: lettera di Vittorio Pica a Trentacoste, 6 luglio 1898). Il Reliquiario, destinato a contenere uno schizzo del marito della contessa sul letto di morte, fu realizzato in ebano nelle parti architettoniche e in argento in quelle decorative; l'angelo dalle grandi ali, posto nell'architrave, doveva simboleggiare la "Preghiera", mentre a destra e a sinistra si trovavano due statuette femminili drappeggiate, a mo' di cariatidi, simboleggianti la "Tristezza" e la "Quiete" (vedi anche nn. 13-14) e lateralmentealtre due cariatidi di ispirazione classica (una bella riproduzione dell'opera si trova in H. Zimmern, "Domenico Trentacoste. A modern italian sculptor", in "The Magazine of Art", luglio 1899, p. 401). Il busto dell'angelo corrisponde anatomicamente, tolte le ali, al busto di bimba intitolao "Ave" esposto da Trentacoste a Torino nel 1898 (vedi scheda n. 17). Il reliquiario, nel suo insieme di grande eleganza e severità, risente ancora del gusto francese del Secondo Impero, così come le sculturine laterali sembrano dipendere ancora dagli esempi della scultura di Paul Dubois e Alexandre Falguière, particolarmente vicini a Trentacosta negli anni francesi. L'elemento più "moderno" e di maggiore leggerezza è dato forse proprio dall'andamento sinuoso ed elegantissimo delle ali dell'angelo, e dalla malinconia un po' fragile del volto infantile. L'opera incontrò l'immediato interesse di Vittorio Pica (v. Pica, "Domenico Trentacoste", in "L'arte all'esposizione del 1898", Torino 1898, p. 247) che interessato alle parti applicate, vi riconosceva una testimonianza in questo senso da parte dell'artista e una premessa di futuri sviluppi. Il gesso fu donato alla GAM da Fernanda Ojetti nel 1933
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900193116
- NUMERO D'INVENTARIO Giorn. 4315
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
- ISCRIZIONI su targhetta di ottone applicata sul lato destro - n. 38 - a incisione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0