iniziali istoriate

miniatura,

Serie di 10 miniature istoriate

  • OGGETTO miniatura
  • ATTRIBUZIONI Lorenzo Monaco (1370 Ca./ 1424 Ca)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale del Bargello
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
  • INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'Antifonario C 71 fa parte dell’intero ciclo corale, formato da Antifonari e Graduali oggi conservati al Museo Nazionale del Bargello, che fu iniziato a miniare nel 1385 per la chiesa di Sant’Egidio dell’Ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze, contemporaneamente a quello per Santa Maria degli Angeli (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana). Tre di questi corali, gli Antifonari E 70, C 71 e il Graduale H 74, sono ormai riconosciuti come opera di Lorenzo Monaco ma l'opinione della critica circa l'attribuzione delle miniature dell'Antifonario C 71 è stata assai contrastante nel passato e l'autografia del Maestro non è stata sempre riconosciuta da tutti gli studiosi: Paolo D’Ancona (1914, p. 133 n. 142) riconobbe la stessa mano dell’Antifonario E 70 ma senza individuarne l’autore, che ipotizzò della fine XIV secolo e al quale attribuì tutte le miniature, sebbene, per "nobiltà di concezione e per finitezza di esecuzione" le figure alle cc. 105r e 210r appaiono allo studioso superiori alle altre; il Golzio (1931) ne riferiva l'esecuzione ad un artista senese, la Ciaranfi (1932) rimase su una generica attribuzione a un precursore dello stile di Lorenzo Monaco, anticipandone la datazione come il Salmi (1952) che associò la miniatura con il Santo Stefano a c. 95r con quella con Santa Cecilia del Corale 6 della Laurenziana. La prima ad attribuire l'Antifonario C 71 almeno parzialmente a Lorenzo Monaco è stata la Levi D’Ancona (1958) che attribuisce al Maestro le iniziali con San Giovanni evangelista (c. 105r), Sant'Andrea (c. 210r) e Sant'Agnese (c. 243v) e, per quanto riguarda le restanti, ha proposto una serie di nomi che vanno da Don Silvestro dei Gherarducci (cc. 95r, 210r), Don Simone Camaldolese (cc. 2r, 82v, 128r), Battista di Biagio Sanguigni e Matteo Torelli (c. 255r). L'Antifonario venne riconosciuto come opera unitaria di Lorenzo Monaco da Luciano Bellosi (1965), mentre il Boskovits (1972) in un primo momento assegnava all'artista solo le iniziali alle cc. 95r e 105r e le restanti a Matteo Torelli, ma poi ha ricondotto l'intero corale a Lorenzo Monaco. Poiché questo Antifonario contiene il periodo iniziale del calendario liturgico, fu probabilmente il primo ad essere stato realizzato dell'intero ciclo e l'unico di cui si intraprese la decorazione prima della fine del Trecento e prima della battuta d'arresto dell'impresa che riprese un ventennio più tardi. Indagare su questo Antifonario significa anche approcciarsi al problema della formazione del suo autore che è stata studiata da Laurence Kanter (in Painting and Illumination), il quale ritiene che molte delle miniature ritenute della fine del XIV secolo siano state, invece, realizzate nel primo quinquennio del secolo successivo e, in modo particolare, da Gaudenz Freuler (in Lorenzo Monaco, pp. 75-83). Quest’ultimo studioso mette in discussione il discepolato del giovane artista presso Don Silvestro dei Gherarducci, attivo nel monastero di Santa Maria degli Angeli fin dal 1390-1391, poiché, secondo Freuler, al momento del suo ingresso nel monastero camaldolese, Lorenzo doveva aver già terminato la sua formazione di pittore e miniatore e, una volta divenuto monaco, potrebbe essere stato subito coinvolto nella realizzazione dei due cicli di corali da Don Silvestro, che era a capo dello scriptorium degli Angeli e del quale sembra risentire nell’uso di figure isolate ritratte in scorci particolari o frontali (A. Labriola, in Lorenzo Monaco, p. 259). La sua formazione, quindi, avvenne probabilmente al seguito di artisti fiorentini quali Agnolo Gaddi e Don Simone camaldolese. Le miniature di questo Antifonario sono raggruppabili secondo due interventi avvenuti in momenti successivi (cc. 14v, 82v, 128r, 243v, 255r e cc. 2r, 92v, 95r, 105r, 210r; in Lorenzo Monaco, p. 80): nella prima fase il disegno è ancora incerto e il modellato debole, tradendo ancora uno stretto legame con i modi del suo maestro Agnolo Gaddi mentre il modello illustre per i suoi personaggi sembra essere Giotto del quale segue l’interesse per la descrizione psicologica dei personaggi, come nell’Annunciazione a c. 2r dove una particolare attenzione è rivolta alla reazione emotiva della Vergine. Al secondo gruppo appartengono, ad esempio, le figure come il San Giovanni evangelista a c. 105r nelle quali aumenta l’interesse per la caratterizzazione emotiva e che, all’interno delle iniziali, vengono spesso ridotte ad una sola presenza capace, però, di creare un particolare dinamismo emotivo capace di coinvolgere anche l’osservatore. Il codice rimase nell'Ospedale di Santa Maria Nuova fino alle soppressioni napoleoniche dei conventi del 1803 e dal 1825 al 1902 fu depositato presso la Galleria degli Uffizi. In data 1 aprile 1900 i due rami del Parlamento italiano approvarono il disegno di legge concernente l'acquisto di opere d'arte appartenenti all'Arcispedale di Santa Maria Nuova (Ridolfi 1902) e nel 1902 il Corale entrò a far parte del patrimonio artistico del Museo Nazionale del Bargello
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900191820-2
  • NUMERO D'INVENTARIO Bargello Libri miniati 5
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 2009
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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