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dipinto murale, ca 1405 - ca 1410

La finta colonnina marmorea al centro divide in due parti la scena. A destra è la Madonna, seduta su un trono ligneo con pedana coperta da un tappeto a riquadri geometrici verdi e rossi. La testa è leggermente reclinata, toccata dal raggio della colomba divina. La mano destra è appoggiata al petto, trattenendo un lembo del manto, mentre la sinistra tiene il segno nel volume poggiato in grembo. Indossa una veste bianca con motivi stellari rossi, in parte nascosta dal manto blu scuro. Dalla parte opposta è l'angelo, compreso in una mandorla di raggi dorati, sollevato da terra. Indossa una veste rosso chiaro bordata di nero, con grandi ali cangianti verdi-rosse. Il nimbo è circolare e dorato. Dietro si scorge un frammento di paesaggio con alcuni albei. Tra le due figure è un sedile ligneo a tarsie geometriche più scure., sul quale è poggiato un cuscino rosso con un altro volume aperto. Sullo sfondo, separata da un cortinaggio bianco semiaperto, è la camera della Madonna, il cui letto presenta una coperta a motivi geometrici rossi e verde chiaro

  • OGGETTO dipinto murale
  • ATTRIBUZIONI Cenni Di Francesco Di Ser Cenni (notizie 1369-1415)
  • LOCALIZZAZIONE Empoli (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'affresco si trova nell'ambiente in origine costituente l'Oratorio della Compagnia dell'Annunziata, trasformato in altar maggiore dopo i restauri del 1972 (cfr. NCT 0900190877). La più antica menzione del dipinto è in una cronaca del 1626, dispersa, ma citata in una lettera (1913) dell'allora parroco Salvadori alla Soprintendenza alle Gallerie (cfr. font. arch.) dove è detta "Immagine [...] molto antica e devota", testimoniato dai molti ex voto che vi si trovavano (com. or. del sig. G. P. Freschi; cfr. NCT 0900190919-22). Le prime indagini riguardo al suo autore risalgono al Carocci (1906, p. 60) che avvicinò l'affresco "alla maniera dei Gaddi", mentre il Giglioli (1906, p. 197) lo definì "interessante", ponendolo a cavallo tra Tre e Quattrocento. Il Bucchi (1916, p. 145) ricalcò invece l'attribuzione del Carocci. Fu solo nel dopoguerra che il Baldini (1957, p. 34), sia pure di sfuggita, attribuì l'opera a Cenni di Francesco, ripresa poi dal Boskovits (1968, p. 290 n. 3). Nonostante ciò, sia la vecchia scheda ministeriale (Del Vivo 1968) che la Guida TCI (1975, p. 286) riportano il nome di Spinello, mentre è sempre il Boskovits a recuperare l'attribuzione a Cenni (1975, p. 97), collocandola intorno al 1405-1410. Più specifica la voce monografica del Dizionario Biografico (Padoa Rizzo 1979, p. 536), dove si conferma quanto detto dall'altro studioso. In effetti possono farsi vari confronti con opere certe di Cenni, come ad esempio il polittico di Malibù (P. Getty Museum) ed in particolar modo con le 'Storie francescane' in S. francesco a Castelfiorentino, tra le sue ultime cose. Inoltre, la coeva Madonna in gloria nell'Oratorio di S. Lorenzo a S. Gimignano, oltre ad affinità tipologiche, presenta una veste con gli stessi motivi stellari di questa di Cortenuova
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900190878
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 1987
  • ISCRIZIONI all'altezza della bocca dell'angelo - AVE MARIA GRATIA PLENA DOMINI - a pennello nero - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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