monumento funebre - a edicola di Della Robbia Luca (terzo quarto sec. XV)
monumento funebre a edicola,
ca 1454 - ca 1456
Della Robbia Luca (1399-1400/ 1482)
1399-1400/ 1482
Nicchia rettangolare contornata da cornice invetriata, contenente il sarcofago ed il fregio
- OGGETTO monumento funebre a edicola
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MATERIA E TECNICA
ceramica/ invetriatura
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MISURE
Profondità: 43 cm
Altezza: 292 cm
Larghezza: 258 cm
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ATTRIBUZIONI
Della Robbia Luca (1399-1400/ 1482)
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Tomba di Benozzo Federighi vescovo di Fiesole (morto nel 1450), allogata a Luca Della Robbia dal nipote Federigo di Jacopo (Pope-Hennessy, 1980). Il contratto, perduto, è stato ricostruito dal Glasser (1969), attraverso i documenti relativi al litigio fra luca ed i committenti (1458-59): dell'opera fu chiamato a fare la stima il Buggiano. Si decise che in quell'occasione fosse aggiunto un basamento in marmo rosso (perduto). La volontà del committente fu certamente determinante e vincolante: in particolare si deve al committente la scelta della decorazione di maiolica invetriata e la doratura che copriva alcune parti. I documenti relativi all'opera sono stati pubblicati dal Glasser e dal Corti (1969). Originariamente la tomba doveva essere montata nella chiesa fiorentina di S. Pancrazio "allato a una cappella Federighi" (Vasari), la prima alla sinistra della cappella maggiore, sul lato destro. Al momento della secolarizzazione della chiesa (1809) il monumento fu trasferito in S. Francesco di Paola a Bellosguardo, ove era un patronato della famiglia Federighi (Marcucci). Il sepolcro non fu rimontato nella forma originale, ma fu installata solo la parte superiore della tomba (Paatz). Nel 1896 infine veniva trasferita in S. Trinita (Franceschini). Abbiamo un disegno di Giovanni di Poggio Baldovinetti (Ciardi-Dupré, 1987) che descrive bene le forme originali dell'opera. Come scrive Parronchi (1964) la grande idea adottata da Luca è stata quella di elevare il sarcofago come sopra un altare e dargli come fondo animato le tre figure della Pietà che tradizionalmente si associano all'idea di sepolcro. Per la perdita del basamento, il monumento doveva essere collocato circa un metro più in alto: l'originario sottinsù faceva apprezzare lo stupendo motivo degli angioletti nei tre squadri dello sguancio superiore. Come indica la Petrioli (1966) quest'opera è tutta giocata sul "ritmo delle spartizioni regolari che si armonizzano col rigore di un teorema matematico". Con essa si chiude il periodo "severo" dell'arte di Luca che, mentre segue i dettami dell'Alberti nella squisitezza dell'ornato, è ancora legato ai concetti brunelleschiani per quel che riguarda il gusto della semplificazione (Parronchi)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900189859-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1986
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1988
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0