fanciulli e putti suonatori

rilievo, ca 1431 - ca 1438

Soggetti profani. Figure maschili: fanciulli suonatori; fanciulli astanti; putti suonatori. Abbigliamento: abbigliamento classico. Oggetti: salteri. Paesaggi: terr eno roccioso. Decorazioni: cornice e fogliette lanceolate

  • OGGETTO rilievo
  • MISURE Profondità: 21 cm
    Altezza: 98 cm
    Larghezza: 93 cm
  • ATTRIBUZIONI Della Robbia Luca (1399-1400/ 1482)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Pur non essendoci pervenuto il contratto di allogagione di questa Cantoria, sarà da riferire ad essa una notizia di acquisto di marmi nell'ottobre 1431, mentre il 9 aprile successi vo si parla già del "perghamo degli organi" (v. Poggi, doc.1 240-1241). Le numerose notizie documentarie arrivano fino al 14 marzo 1438, quando s'incaricava il Brunelleschi di rompere la parete della Sagrestia, nei punti dove dovevano esser murati i beccatelli per il pergamo marmoreo destinato ad accogliere l'organo (commissionato, fin dal 1432, a Matteo di Paolo da Prato); seguono poi pagamenti a Luca Della Robbia, fin o al saldo del compenso, il 28 agosto 1438 (v. Poggi, doc.12 80, 12 85). Nei documenti, si ricordano anche i nomi di Capri no di Domenico di Giusto da Settignano e di Nanni di Miniato (detto "i' Fora") per l'esecuzione delle cornici, e di Checco di Andrea Fraschetta da Settignano per essersi occupato d ei marmi a Carrara (v.Poggi, doc.1241, 1251-1252). Entrambe le Cantorie di Luca e di Donatello vennero rimosse in due fa si. Nel 1688, in occasione delle nozze di Ferdinando de' Medici con Violante di Baviera, vennero tolti i parapetti, lasciando i mensoloni coi rilievi interposti, la cornice di base ed i soffitti dei mensoloni, sui quali vennero quindi sistemati i nuovi palchi lignei. I rilievi figurati furono usati dapprima come parapetti per i due pergami costruiti sotto gli archi a lato del recinto corale; quindi, furono portati in una stanza dell'Opera che serviva da cereria. Le parti archi tettoniche della Cantoria di Luca furono in parte utilizzate per lavori di restauro (ad esempio, per la lanterna del Battistero), ed anche disperse; quelle della Cantoria donatelliana, invece, andarono dimenticate nei magazzini dell'Opera ed i colonnini furono sistemati, in ordine, nel cortile. Già il Padre Richa (1757) li ricorda, tuttavia, nella sala detta 1 a "residenza del Magistrato", e così anche il Follini (1790) . Nel 1822, comunque, il senatore Degli Alessandri, Direttor e delle Gallerie e Deputato sopra l'Opera di S.Maria del Fio re, fece depositare i rilievi agli Uffizi, lasciando però ne i magazzini dell'Opera quello che restava delle altre parti. Nel 1841, furono tolte dalle pareti anche le parti che erano state lasciate nel 1688, per potervi addossare le nuove Cantorie dell'arch. Baccani (1845), in pietra. Solo nel 1867, per iniziativa del De Fabris, queste parti furon riunite agli altri pezzi, che intanto erano passati al Museo Nazionale, ad eccezione delle colonnine di Donatello, che ancora non erano state riconosciute come parti della Cantoria. Nel 1870, tu ttavia, tutto quello che ancora si trovava nell'Opera veniva portato al Bargello, dove le parti smembrate delle Cantorie sarebbero rimaste nel cortile, finché non si cominciò a pensare alla loro ricomposizione (specialmente quando venne ritrovato, nella cappella sotterranea di S. Zanobi, un frammento della Cantoria donatelliana). Si decise allora di rimontarle in un nuovo Museo, dove si sarebbero collocate altre opere di proprietà dell'Opera, che nel 1883 richiese ed ottenne tutti i pezzi dei due monumenti. In particolare, per la Cantoria robbiana, si presentava una difficoltà notevole, dovuta alla totale mancanza dei pilastrini e della cimasa. La ricostruzione di Luigi Dal Moro (1891) si basò su un documento del 1438 (v. Poggi, doc.1281), in cui venivano enumerate singole parti architettoniche (il disegno originario sarebbe stato tuttavia frainteso). Pur criticata, tale ricostruzione re sto fino al 1941, quando l'opera venne nuovamente smontata, a causa della guerra (nel 1941, fra l'altro, fu rinvenuto an che un frammento della cimasa, ovvero il tratto sovrastante i citaredi). La ricostruzione attuale venne operata secondo il progetto di Antonio Sabatini, architetto dell'Opera, nel 1954. Per questa Cantoria, il Vasari ricordava anche due Angeli in metallo dorato, identificati dagli studiosi coi due p utti bronzei oggi allo Jacquemart-André di Parigi. Elogiata già da Antonio Manetti e nel "Libro di Antonio Billi", questa Cantoria sarà una delle opere più celebrate dell'arte fior entina fin dal primo Cinquecento (le vicende storico-critiche dell'opera sono state accuratamente esposte da Giulia Brunetti, nel 1969). La critica più recente, oltre a sottolinear e l'olimpica pacatezza di Luca, di contro alla festosa irruenza di Donatello, ha cercato anche di stabilire la successione cronologica dei rilievi, in base allo stile e ai documenti: ricorderemo, per questo, gli studi di J.Pope-Hennessy (19 58, 1980) e di M.Lisner (1960). Ricorderemo, infine, lo studio di C.Del Bravo (1973), il quale, dopo averne ricostruito la fortuna critica, avrebbe rilevato le derivazioni di Luca dall'arte antica (per il tramite, soprattutto, dell'anziano umanista Niccolò Niccoli), ed insieme, dall'arte del suo tempo, e avrebbe quindi confrontato la disposizione intellettuale dell'artista verso i valori della proporzione e dell'armonia con l'epicureismo cristiano del tempo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900188390-9
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
  • DATA DI COMPILAZIONE 1985
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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