angeli e profeti

dipinto, 1412 - 1412

La tavola è scompartita da sei incorniciature trilobate che ospitano altrettante figure di angeli, santi e profeti. Il fondo oro conferisce una patina di arcaismo all'opera, sebbene le singole figure esibiscano un piglio espressivo notevole e non una stanca e statica iconicità. In particolare, si nota la vivacità realistica con cui sono trattati i panneggi ed anche il tentativo di scorcio della figura di San Pietro, secondo da sinistra. La qualità espressiva delle figure e dei dettagli decorativi potrebbe far supporre una preminenza della mano del maestro. I colori si mantengono limpidi e brillanti, su tonalità pastello, come avviene anche negli altri scomparti degli sportelli dell'Arliquiera. Evidente anche il ricorso ad una raffinata preziosità goticheggiante, come nella veste di David, quarto da sinistra

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Benedetto Di Bindo (notizie 1410-1417)
  • LOCALIZZAZIONE Siena (SI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Come osservato dal Carli (1946), la predella in esame, come del resto il suo pendant, apparterrebbero non ad un polittico, come ipotizzò erroneamente il Berenson, ma come elementi dell'Arliquiera per il Duomo. Ol tre alla strettissima affinità stilistica con gli sportelloni dell'armadio per reliquie, lo attestano anche alcune particolarità tecniche, come l'impiego dei medesimi piccoli ferri per la granitura delle aureole e per l'operatura dei fori in oro. Inoltre la lunghezza delle due predelle corrisponde, complessivamente, a quella che dovette essere in origine la larghezza del prospetto dell'arliquiera. Onde è lecito supporre, con il Carli, che le due tavole fossero parte della decorazione di un gradino o di una cimasa o coronamento di cui doveva essere munito l'armadio, secondo un modello vicino a quello che il Vecchietta dipinse nel 1445 per contenervi le reliquie dello Spedale di Santa Maria della Scala.Per quanto attiene l'Arliquiera, il Bacci riporta alcuni documenti relativi all'attività di Benedetto di Bindo a Siena e tra questi anche quello che riguarda specificamente la realizzazione degli sportelli dipinti per l'Arliquiera, ossia per l'armadio per reliquie da collocare nella cappella a destra rispetto alla centrale nella sagrestia del Duomo. Benedetto di Bindo lavorava per l'Opera del Duomo di Siena fin dal 7 febbraio 1411, quando riceve lire sei «per fattura de la Madonna che sta in Sagrestia», probabilmente con riferimento alla ridipintura di una statua lignea. Altri ricordi amministrativi si desumono dai libri dell'Opera del Duomo. Alla data del 20 aprile 1412 il pittore riceve 72 fiorini per il salario di un anno per un lavoro in sagrestia. Si legge infatti nell'atto di pagamento: «Benedetto di Bindo detentore de' avere a dì 20 d'aprile fiorini setantadue sanesi abiamo mesi a nostra uscita a lui f.° 59, so' per suo salaro d'uno ano à servito a dipegniare in sacrestia a due è bisogniato, detto salaro gli fe' misser Chatherino di Corsino Hoperaio chome apare al libro longho segniato + f.° 59 e d'achordo ne furo insieme». È da supporre con il Bacci che il lavoro fosse consistito nell'affrescare le pareti delle tre cappelle della sagrestia. Tra il 26 aprile ed il 27 agosto si apre, invece, un nuovo accordo che verte la commissione principale per l'Arliquiera, per la quale Benedetto di Bindo lavorò per 4 mesi. Si legge: «MCCCCXII - Benedetto di Bindo dipintore die' avere a dì 20 aprile [1412] fiorini tredici senesi, soldi quarantadue, denari oto restava avere a una sua ragione al Memoriale di me Mateo di Domeniche chamerlengho f.° 58 e a mia entrata f.° 21.E diè' avere fiorini ventiquattro d'oro sanesi, a soldi 82 l'uno, sonno per quatro mesi ci à aitato a lavo[ra]re gli sportelli dell'Arliquiera di Sagrestia; incominciò insino a dì xxvj d'aprile 1412 e fini a dì xxvij d'agosto, anno detto, come apare a libricciuolo di Doccio di Jacomo nostro [fattore] a le giornate a f.° 61 e chosì appare al Memoriale di Misser Chaterino a la condotta del salaro a f.° 56 [.]». Segue nel dettaglio la nota dei singoli pagamenti. Il Bacci afferma con certezza che alla data del 20 maggio 1412 i lavori di preparazione degli sportelli erano compiuti e con l'imprimitura pronta e pomiciata. Ci si accingeva quindi a preparare i colori a tempera. E per questa le uova occorrenti e altre sostanze per la tempera (forse anche per gli affreschi delle pareti della Sagrestia) venivano offerti da Doccio di Jacopo, fattore dell'Opera del Duomo, come testimoniato da altri documenti.Sempre dai documenti dell'Opera del Duomo si evince che Benedetto di Bindo nel 1412 potè contare su alcuni collaboratori come Adamo di Maestro Niccolino o Colino d'Arcidosso, garzone dell'Opera, che si dice affiancò Benedetto nel «dipegniare in Sagrestia», quindi forse anche per i lavori dell'Arliquiera. Altro collaboratore fu Giovanni di Bindino di Cialli che espressamente si legge ebbe «a dipegniare l'Armadio di Sagrestia». Inoltre, lo scultore e pittore Lando di Stefano e Giusa di Frosino provvidero a stendere le parti in oro.Pertanto, come testimoniato dai documenti, fu l'operaio Caterino di Corsino tra il 1411 ed il 1412 a far costruire e collocare nella Sagrestia l'armadio che doveva contenere le reliquie della Cattedrale di Siena. Il prospetto dell'armadio era costituito da 8 sportelli suddivisi in trentadue scomparti nei quali erano collocate altrettante figure di angeli su fondo oro e recanti i cartigli con l'indicazione della reliquia custodita nello scomparto corrispondente. All'interno, invece, gli sportelli recano le scene tratte dalla Storia della Vera Croce, reliquia tra le reliquie, e della quale nel Duomo si conservava un frammento, sormontato da una croce di diaspro. Fu lo scultore Domenico di Niccolò dei Cori che il 7 giugno 1411 acquistò e fece segare per conto dell'Opera del Duomo il legno necessario per la realizzazione degli sportelloni. Nel 1416 il chiavaio Niccolò di Paolo muniva la cappella che conservava l'armadio di una cance
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900185961
  • NUMERO D'INVENTARIO OA/3518B
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI su un cartiglio in mano a re David - Dominus dixsit ame filius/ meus estv - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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