dipinto, 1320/ 1330

Le quattro tavole mostrano evidenti caratteri gotici, sia nella strutturadel supporto che nel trattamento pittorico delle superfici. Ciascuna tavola è centinata, terminante in un arco acuto al quale si sovrappone una cuspide trattata lungo i bordi secondo un motivo fiammeggiante. Ciascuna di esse accoglie una formella trilobata nella quale è iscritta l'immagine di un santo: rispettivamente San Giovanni Evangelista per il pannello con Santa Caterina, San Pietro per quello con San Benedetto, San Paolo per quello con San Francesco e San Giovanni Battista per l'ultimo con la Maddalena. I santi delle cuspidi sono dotati degli attributi tradizionali, così come quelli che, rappresentati a mezzo busto, occupano la parte inferiore delle tavole. Così Santa Caterina sorregge all'altezza del petto il sacro testo, San Benedetto indossa il saio dell'ordine e impugna il pastorale, San Francesco mostra le stimmate e dalla ferita al costato appare la rappresentazione simbolica del serafino fiammeggiante, in rosso ed oro, mentre la Maddalena è dotata del tradizionale vaso degli unguenti.Senza dubbio, come osservato dal Carli (1946, p. 61), il trattamento delle figure tradisce ancora una certa rigidità e «durezza di modellato» evidente tra gli altri nella figura di San Francesco e nella resa quasi

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA ORO
  • ATTRIBUZIONI Lorenzetti Ambrogio (1285/ 1348)
  • LOCALIZZAZIONE Siena (SI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE G. Sinibaldi (1933, p. 208) inseriva le quattro tavole tra "Le opere conservate di Ambrogio Lorenzetti.Il Carli registra l'opera come esistente all'interno del Museo dell'Opera del Duomo fin dal 1946 e la attribuisce ad Ambrogio Lorenzetti, con la collaborazione di un aiuto; ipotesi ripresa anche nel 1955, laddove il Carli identifica l'aiuto con il seguace che eseguì pure i Santi Nicola e Procolo nel trittico di S. Procolo (1332, proveniente dalla chiesa di S. Procolo a Firenze e nel quale la Madonna centrale, che nel 1959 fu donata dal Berenson, è propriamente di Ambrogio Lorenzetti). Anche nella monografia di Chiara Frugoni (1995, p. 42) la serie di dipinti è citata come opera autografa dell'artista senese. Tuttavia, talune ingenuità rendono plausibile la partecipazione di un aiuto o collocano le tavole come lavoro giovanile del pittore.Tuttavia, già nel 1958, il Rowley (p.46 e ss., vol. I) parlava di questi scomparti come di opere vicine allo stile del Lorenzetti, ma per certi versi aliene dalla sua consuetudine pittorica, per cui inconcepibili da attribuire a periodo diverso dalla prima metà della sua attività
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900185906
  • NUMERO D'INVENTARIO OA/3501
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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