tabernacolo - a tempietto di Coppini Giuseppe, Macchi Pietro (sec. XIX)
Teca di struttura architettonica a forma di tempietto a sezione esagonale. Essa appare formata da due corpi, uno interno e strutturale e l'altro esterno e più decorativo. In basso presenta uno zoccolo a doppia fascia: la più alta è decorata a palmette di foglie d'acanto, mentre quella più piccola è baccellata. Dagli angoli di tale zoccolo partono due candelabri a doppi bracci di forma vegetale. La parte strutturale della teca presenta sulla faccia centrale una nicchia ad arco iscritta in un rettangolo che parte da due lesene lisce. Sui riquadri di tale arco sono inseriti mistilinei aggettanti sbalzati a fiori. Al centro dell'arco è un peduccio a volute. Le facce laterali hanno invece un'apertura rettangolare. La luce di tali facce è coperta da vetri. Anche l'interno del tabernacolo è lavorato a sbalzo con vari motivi architettonici e decorativi. Addossate alle due lesene frontali sono due colonne, per un terzo scanalate e terminanti in capitelli corinzi. Su di esse poggia l'architrave a più profilature, delle quali quella centrale presenta un motivo ripetuto a serti di alloro. Fascia e motivo proseguono anche nelle parti latarali e più arretrate della teca quasi ad unire due lesene, che, come le colonne, presetano per un terzo una scanalatura e terminano in capitelli corinzi
- OGGETTO tabernacolo a tempietto
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MATERIA E TECNICA
argento/ sbalzo/ cesellatura
ORO
VETRO
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ATTRIBUZIONI
Coppini Giuseppe (notizie Sec. Xix)
Macchi Pietro (notizie Sec. Xix)
- LOCALIZZAZIONE Siena (SI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Bandini (ms. cit.) in data 30 giugno 1804, annota l'installazione sull'altare maggiore della nuova teca fatta dai due orefici Giuseppe Coppini e Pietro Macchi, che evidentemente andava a costituire l'antico tabernacolo donato nel 1995 dalla Compagnia di S. Bernardino, come risulta dal primo libro delle Oblazioni (ms. cit.). Anche i caratteri stilistici, che denotano un classicismo dai moduli ancora settecenteschi, ben si accordano con la notizia del Bandini. Vanno invece riferite ad epoca più antica la base in argento del simulacro della Vergine e la piccola corona d'oro, donata dal Capitolo della Basilica di S. Pietro di Roma, che il primo novembre 1681 decise che la Madonna di Provenzano venisse coronata; cosa che avvenne nel corso di quel mese per opera dell'allora arcivescovo di Siena Leonardo Mansili, assistito dal cardinale Flavio Chigi (A.M. Carapelli, ms. cit.)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900151365
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto
- ISCRIZIONI sul basamento del simulacro - M(aria) -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0