tabernacolo a frontale architettonico, 1507 - 1513

Zoccolo modanato, due aquile sostengono con un nastro una tabella e una ghirlanda di frutta (pere, pine, limoni, nocciole, ghiande, frutti di papavero, spighe, baccelli), pilastrini decorati a candelabra (vasi racemi, zampe leonine, teste di drago, cornucopie, nastri, teste di mostro marino, uccelli rapaci, troferi di rami, spighe, zampe leonine, ghirlande di frutta, cornucopie, testa di cherubino), capitelli con echino, arco a tutto sesto

  • OGGETTO tabernacolo a frontale architettonico
  • ATTRIBUZIONI Benedetto Da Rovezzano (1474/ 1552)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Luporini sostiene il riutilizzo, per questo tabernacolo, di elementi scolpiti da Benedetto da Rovezzano per il monumento funebre di S. Giovanni Gualberto, eseguito su commissione di don Biagio Milanesi, Generale dell'Ordine vallombrosano, ed interrotto nel 1513 a causa di dissesti all'interno dell'ordine stesso. I rilievi, abbandonati nel palazzo del Guarlone, vicino a San Salvi, furono deturpati durante l'assedio di Firenze del 1530: quelli che subirono danni minori furono riutilizzati per l'altare Sernigi in S. Trinita, per la cappella di San Giovanni Gualberto nella Badia di Passignano, per l'altare Fanfani in S. Michele a S. Salvi e per il tabernacolo qui preso in esame. Altre parti non riutilizzate sono raccolte attualmente presso il museo del Cenacolo di S. Salvi. Per il tabernacolo, sembra che i monaci vallombrosani abbiano riutilizzato un archetto concepito probabilmente come una delle nicchie laterali del monumento e un rilievo con aquile e cartiglio, "pendant" di quello conservato al National Gallery of Art di Washington, eseguiti come basamenti per due paraste abbinate. Tra il 1835 e il 1853 il priore Orlandini arricchì il tabernacolo con altri frammenti del monumento presi dalle cantine del monastero di S. Salvi: a questo periodo sembra risalire anche l'architettura dipinta che incornicia il tabernacolo. L'architrave è stata aggiunta in un recente restauro, ma sembra riutilizzare un marmo antico; il frontone, anch'esso aggiunto in un recente restauro, sembra, per la qualità del marmo, di esecuzione moderna: nel corso di questo restauro il tabernacolo è stato ulteriormente incassato nel muro mutando la disposizione dei pilastrini ed eliminando le integrazioni in stucco delle fratture; il basamento figurato appare ridotto sulla destra di circa 7 cm. La letteratura locale ricorda questo tabernacolo nell'attuale collocazione fin dal 1572: custodiva le reliquie della Beata Margherita e della Beata Umiltà, oltre l'urna con il corpo di quest'ultima, trasportata nel 1624 in un altare nella navata della chiesa. Nel 1856 fu posta nel tabernacolo una reliquia di San Salvi, vescovo di Alby
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900135854
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • ISCRIZIONI nella tabella - RELIQUIE PLURIMORUM/ SANCTORUM - a solchi - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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