Cristo crocifisso

crocifisso,

La croce, poggiante su base, è di ebano, i terminali, a volute e palmetta centrale, la raggiera, il cartiglio e il teschio sono in ferro battuto dorato; il Cristo in bronzo dorato, a tutto tondo, privo della corona di spine;il braccio destro è incrinato all'altezza dell'ascella. Il Cristo è raffigurato secondo l'immagine del "Cristo vivo"

  • OGGETTO crocifisso
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Jean De Boulogne Detto Giambologna (bottega): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Proveniente come gli altri sette crocifissi da tavolo dall'arredo che decorava gli altari della chiesa. La serie presenta, secondo una consuetudine diffusa (per es. San Pietro a Roma), le due diverse immagini del "Cristo vivo"e del "Cristo morto" nonostante che più recente e fortunata fosse, dalla seconda metà del Cinquecento, l'iconografia del primo tipo, simboleggiante, secondo gli orientamenti della Chiesa post-tridentina, il Cristo triumphans. Il modello, qui del "Cristo vivo", è una variante di quella del Giambologna alla Santissima Annunziata del 1578 (cfr. E. Casalini, Due opere del Giambologna all'Annunziata di Firenze, in "Studi Storici dell'Ordine dei Servi di Maria", XIV, 1964, pp. 269-76) la testa è infatti volta a sinistra, diverso è il perizoma e la posizioni delle mani. Come per gli altri crocifissi della serie di San Gaetano, l'idea compositiva è probabilmente dovuta a Antonio Susini come facilmente si rileva dalla tipologia del volto del Cristo vicinissima a quella del Crocifisso dello Smith College di Northampton e al Cristo Risorto del Metropolitan Museum di New York (cfr. Cat. Mostra: Giambologna sulptor to the Medici, Edinburgo-Londra-Vienna, 1978, p.142, n.103; p. 147, n.112). Tuttavia il modellato più vibrante del corpo e il gesto delle dita si ritrovano in un crocifisso passato nel 1973 da Hein Gallery a Londra con l'attribuzione a Giovan Francesco Susini; l'ipotesi dunque che dalle "forme" dello zio, il Susini "giovane" abbia continuato a trarre bronzi anche dopo la morte di lui nel 1624, appare del tutto probabile considerato poi che nel 1634 e nel 1648 questi lavorò per i teatini di San Gaetano eseguendo il grande crocifisso del coro e il paliotto dell'altare di San Giuliano (cfr. schede nn. 249-358)
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900132101
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI cartiglio in alto - INRI - a incisione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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