Santa Maria Maddalena e Santa Caterina d'Alessandria

sportello di altarolo, post 1450 - ante 1499

Dipinto a tempera su tavola (sportello di altarolo) con sul recto le SS. Maria Maddalena e Caterina d'Alessandria. La cornice esterna è in legno dorato; all'interno vi sono tre fasce concentriche, dorate le due esterne, marmorizzata verde-blu-gialla quella centrale

  • OGGETTO sportello di altarolo
  • ATTRIBUZIONI Neri Di Bicci (attribuito): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale del Bargello
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
  • INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Citato molto poco per la sua lunga permanenza nei magazzini del museo, il complesso si trova anche in mediocri condizioni e non venne esposto alla mostra per il centenario della donazione Carrand (1989): è ricordato per la prima volta nell’inventario SOLENNE (1888), immediatamente successivo al lascito da parte di Louis Claude Carrand al museo del Bargello, come “due sportelli di un tabernacolo che portano dipinti sulla parte esterna Santa Caterina e Santa Maria Maddalena e dalla parte interna due Angeli in adorazione, del secolo XV”; così è citato anche nell’inventario FERRI (1889), mentre tutte le guide del Bargello, anche particolareggiate, non ne fanno menzione. Lo troviamo segnalato nelle schede dattiloscritte della collezione Carrand, anonime (ma tratte da note di I.B.SUPINO riviste da Filippo ROSSI nel primo dopoguerra, quando era direttore del Bargello; com.or.del caposervizio del museo, Moscadelli), con l’attribuzione A Neri di Bicci ed il fatto che “posteriormente ha ancora attaccata la serratura”; la sua provenienza è ignota, come per la maggior parte dei pezzi della collezione, acquistati spesso presso privati e sul mercato antiquario, ma per l’attribuzione non dovrebbero esserci problemi ad accettare quella proposta da SUPINO-ROSSI: Neri di Bicci è un autore di alterna qualità che affianca certi arcaismi a scioltezze lineari ad un preziosismo coloristico che spesso riescono a riscattarne le debolezze intrinseche; le sue opere ebbero una vasta diffusione nel territorio fiorentino, sostenute da un’ampia committenza laica e religiosa. Per il nostro tabernacolo è utile citare l’Incoronazione della Vergine con i SS. Lucia, Caterina d’Alessandria, Bartolomeo ed Andrea ed angeli del Museo dello Spedale degli Innocenti (Firenze), del 1460-61 (lo stesso Neri scrive averla iniziata il 6 giugno 1460 e terminata il 3 febbraio 1461, Le ricordanze, a c.di B.Santi, Pisa 1976, pp.pp.145 e 160): gli angeli intorno al gruppo principale hanno le ali decorate da una fila di puntinature nella parte superiore, come quelli del nostro tabernacolo, e le stesse pieghe ad anello del santo a destra, così particolari, si hanno nell’angelo destro del Bargello; altri motivi, come le espressioni delle due Sante, la linea della bocca della Vergine e di altre figure rivolta verso il basso ed il modo di sostenere gli oggetti con una sola mano a palmo in alto, tornano nel dipinto Carrand (v. le espressioni dei due angeli, la bocca di quello a sinistra e le mani delle due Sante che sostengono il vaso degli unguenti ed il libro sacro); anche l’Annunciazione della Galleria fiorentina dell’Accademia (n.8622), datata 1464, è molto vicina stilisticamente al complesso del Bargello: più che di somiglianze si dovrebbe parlare di identità “linguistica” delle figure (si notino, per es. la testa dell’arcangelo Gabriele e quella dell’angelo a destra del Bargello, il modellato dei panneggi, le mani dalle lunghe dita e la grazia un po’ leziosa di espressioni ed atteggiamenti); così per l’arcangelo Gabriele dell’Annunciazione datata 1471 (Tavarnelle Val di Pesa, chiesa di santa Lucia al Borghetto), ancora con la decorazione a puntini luminosi sulle ali e le fasce incrociate sul petto e ricadenti, come gli angeli del Bargello; questo motivo delle fasce è usato spesso da Neri di Bicci, che può averlo ripreso dal padre Bicci di Lorenzo (per es. la Madonna in trono col Bambino, angeli e Santi della Galleria dell’Accademia, n.3134) in una forma semplificata, senza le decorazioni crociate od arabescate che invece dispiega nelle fasce di Gabriele dell’Accademia (n.8622); Neri mostra qui il suo attaccamento alla tradizione, perché le fasce incrociate erano in voga qualche decennio prima del suo impiego: sono usante anche tra gli altri dallo Pseudo Ambrogio di Valdese nel polittico alla galleria dell’Accademia (n.dep.18; il pittore è attivo tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo) e da Rossello di Jacopo Franchi in due opere dello stesso museo (polittico n.475 ed Incoronazione della Vergine n.8460, datata 1420); ma la commistione di vecchio e nuovo è tipica di Neri, che nell’Annunciazione di Tavarnelle e nell’Incoronazione dell’Accademia (n.dep.13) giunge a disegnare alcune aureole frontalmente, mentre le altre sono in prospettiva: si tratta di scelte volute, consapevoli. Nel dipinto del Bargello non mancano citazioni di proprie opere: le ali degli angeli tese verso l’alto, che al Bargello sono quasi un motivo obbligato per la mancanza di spazio ai lati ed il vuoto che si sarebbe creato nella parte superiore, tornano nell’Adorazione di Gesù del museo di Barcellona, mentre la Santa Caterina dello sportello di destra sembra ricalcata sulla Santa Lucia del San Giovanni Evangelista in trono con Tobiolo e l’angelo, i SS. Lucia e Guglielmo e l’Annunciazione, pubbl. da B.BERENSON, Italian Pictures of the Renaissance. Fiorentine School, London 1963, vol.I tav.922 (“Homeless”). [continua nella Annotazioni]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900130771-0
  • NUMERO D'INVENTARIO Collezione Carrand 2027
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1991
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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