Madonna dell'Umiltà

dipinto, post 1400 - ante 1410

Dipinto a tempera su tavola cuspidata a fondo oro raffigurante la Madonna col Bambino. La tavola ha una cornice lignea dorata, con pilastrini e colonnine tortili abbinate e motivi vegetali stilizzati su fondo bruno nella cuspide

  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Altezza: 70 cm
    Larghezza: 42 cm
  • ATTRIBUZIONI Maestro Della Madonna Straus (attribuito): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale del Bargello
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
  • INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questa deliziosa tavola non ha un’appropriata bibliografia a causa dello scarso rilievo che in passato veniva attribuito al suo autore, solo da alcuni decenni ritenuto un valido e personalissimo rappresentante del tardo-gotico fiorentino. Soltanto del “sec.XIV”, senza indicazione dell’autore, viene assegnata dagli inventari SOLENNE (1888) e FERRI (1889), ma già SUPINO (1898), seguito da ROSSI (1938), aggiunge l’appartenenza alla scuola toscana (così anche nelle schede dattiloscritte della collezione Carrand, anonime – ma tratte da SUPINO e riviste da Rossi nel primo dopoguerra, com.or.del caposervizio del Bargello, Moscadelli). La CRUTTWELL (1908) ne sposta la datazione al XV secolo precisandone l’ambito fiorentino; ma in una nota sul “Burlington Magazine” Rchard OFFNER (1933), elenca ventitre opere da lui attribuite al Maestro della Madonna Straus, comprendendovi anche la nostra Madonna dell’Umiltà: poco tempo prima BERENSON (1931) si era orientato verso la “bottega di Agnolo Gaddi”, però con “leggere distorsioni dal canone di Agnolo, dovute senza dubbio soltanto ad incapacità”; a quel tempo infatti l’autore della tavola Carrand era considerato un artista minore. Successivamente lo stesso BERENSON (1963) accoglie il dipinto nel catalogo del Maestro della Madonna Straus, nella serie “ignoti fiorentini del 1350-1420 circa”; anche BOSKOVITS (1975) segue l’ipotesi di OFFNER, che col progredire degli studi sull’artista è ormai diventata una certezza, e data l’opera al 1395-1400. Recentemente il dipinto è stato esposto alla grande mostra per il centenario della donazione Carrand (1989) ed ha avuto una citazione nel catalogo della rassegna sull’Età di Masaccio a Palazzo Vecchio (1990), con un’attribuzione a non oltre la fine del Trecento. Il Maestro della Madonna Straus deve il suo nome a Roberto LONGHI (Ricerche su Giovanni di Francesco, in “Pinacotheca”, 1928, pag.34), che lo assegnò all’ignoto fiorentino autore della Madonna col Bambino nella collezione Straus a New York, oggi al Museo di Houston; col tempo si sono raggruppate intorno a questa diverse altre opere, che hanno rivelato una personalità dapprima molto vicina ad Agnolo Gaddi ed a Spinello Aretino con ricordi di Antonio Veneziano e molte suggestioni di Lorenzo Monaco (con il quale BOSKOVITS (1975) pensa che forse abbia collaborato in gioventù): la Madonna in trono col Bambino, quattro Santi e sette angeli di Baltimora, Walters Gallery, fu data infatti da BERENSON (1931, pag.1308) alla “bottega di Agnolo Gaddi”, con i Santi e gli angeli che “accennano già a Lorenzo Monaco”, mentre il cartellino del museo indicava “Cennino di Drea Cennini, early XV country”; anche la Santa Paola e la Santa Eustachia della Pinacoteca Vaticana, n.25 o n.26, la Natività di Milano, collezione Bagnarelli, l’Adorazione dei Magi di Seattle, Art Museum, l’Annunciazione della Galleria fiorentina dell’Accademia (n.3146), e la stessa Madonna Straus, sono tra le opere di questa prima fase del pittore; successivamente questo neo-giottismo si evolve in senso tardo-gotico con l’apporto delle novità dello Starnina di ritorno dalla Spagna (1404): è di questo momento l’unica opera datata, il finissimo Vir dolorum del Muzeum Naradowe di Varsavia, n.813, del 1405 (attribuitogli da Federico ZERI che lo pubblica in “The Burlington Magazine”, maggio 1965, pag.252, fig.16), al quale si aggiungono dipinti come l’Incoronazione delle Vergine con i Santi Michele arcangelo e Maria Maddalena di Firenze, Museo dello Spedale degli Innocenti, il San Francesco e la Santa Caterina d’Alessandria della Galleria dell’Accademia (n.477 e n.476) il Vir dolorum dello stesso museo (n.deposito 14), la Madonna col bambino e due angeli della chiesa della Sacra Famiglia di Sagginale, Borgo San Lorenzo. La concentrazione di altre opere in un territorio piuttosto ristretto – oltre al Cristo in pietà con Santi e strumenti della Passione della chiesa di San Romolo a Valiana, Protovecchio, esposto alla mostra Arte nell’Aretino del 1974, due tavole poco note: la cosiddetta Madonna delle Calle della pieve di Montemignaio, sempre in Casentino, ed il polittico ora nella chiesa del sacro Cuore a Greti, presso Greve in Chianti, attribuito al Maestro da Mario BUCCI, Introduzione alla pittura ed alla scultura in diocesi di Fiesole, in AA.VV., Fiesole. Una diocesi nella storia, Firenze 1986, pp.340-341, figg. 128 e 152, questa concentrazione ha portato lo stesso BUCCI a pensare che il Maestro della Madonna Straus sia originario della zona che sta tra Casentino, Valdarno e Chianti. Il dipinto del Bargello è un’anconetta di un tipo molto in voga nel secondo Trecento, ma anche nei primi decenni del secolo successivo: quella con la Madonna col Bambino ed angeli di Andrea di Giusto, al Museo Stibbert di Firenze, è addirittura posteriore al 1435; [continua nelle Annotazioni]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900130765
  • NUMERO D'INVENTARIO Collezione Carrand 2016
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1991
  • ISCRIZIONI Nella predella (lettere d'oro su fondo rosso) - AVE MARIA GRATIA - lettere capitali - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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