ratto delle Sabine
dipinto,
post 1650 - ante 1660
Gimignani Giacinto (attribuito)
1606-1611/ 1681
n.p
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Gimignani Giacinto (attribuito): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto
- LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Michele a S. Salvi (ex)
- INDIRIZZO via di S. Salvi, 16, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nell'inventario del 1881 l'opera è già ubicata nei "magazzini" di San Salvi e in quello del 1890 è attribuita ad un ignoto pittore di scuola romana del XVIII secolo. Turrini nel 1974/1975 (cfr. scheda OA) ritiene il dipinto una copia del "Ratto delle Sabine" di Pietro da Cortona in collezione Sacchetti. L'intuizione dell'estensore dell'inventario del 1890 è senza dubbio corretta. Il quadro infatti denuncia la formazione artistica romana del suo autore. Echi cortoneschi sono presenti nel fondale paesaggistico, nelle fronde degli alberi e nel cielo: mossi e vibranti, ma è altresì presente una forte dipendenza dagli esempi poussiniani e più in generale dalla cultura "accademica" francese e bolognese. Come nel quadro di Poussin, dello stesso soggetto le figure sono come bloccate in una gestualità che diventa statuaria; il supporto disegnativo e fortemente chiaroscurato rafforza il nitore della sospensione istantanea del tempo dei gruppi che articolano la scena. Quindi un'opera seicentesca e non del XVIII secolo, come indica l'inventario del 1890. Da respingere altresì l'indicazione di copia da Pietro da Cortona riferita da Turrini, perchè le varianti sono troppe rispetto al prototipo cortonesco. È su suggerimento della dott.sa Angela Acordon che l'anonimo pittore seicentesco di cultura romana ha preso corpo nel nome di Giacinto Gimignani. Il dipinto fu con ogni probabilità realizzato nel corso degli anni Cinquanta quando Gimignani era a Firenze e lavorava al servizio del Granduca Ferdinando II per le arazzerie medicee. In questi anni il pittore pistoiese realizzò, fra l'altro, un Ratto delle Sabine per l'arredo del Palazzo pistoiese della famiglia Rospignosi. Ed è proprio a quest'opera che dobbiamo fare riferimento, perchè sorprendenti sono le similitudini. Stessa impaginazione: tempio dorico sulla destra con drappo, con Romolo seduto nell'atto di comandare, fronde di alberi sulla sinistra che inquadrano una slontananza paesistica, scena articolata in gruppi di figure in primo piano. Le figure sono modellate con lo stesso disegno inciso e cristallino, il chiaroscuro è usato come improvvisi coni d'ombra, i volti femminili hanno lo stesso ovale e sguardo dolente, pacato e infine i soldati indossano identiche armature
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900037711
- NUMERO D'INVENTARIO inv. 1890, 6674
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 1975
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1994
- ISCRIZIONI entro il cartellino sul retro della tela - INVENTARIO 1881 / R(EALE) GALLERIA DEGLI UFFIZI / 3A CATEGORIA / 1392 - a impressione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0